Regione: 250 poltrone di sottogoverno in ballo

PALERMO – La riforma dei dipartimenti regionali ha dato il via ad un balletto di trattative tra i partiti presenti in giunta o che appoggiano il Governo per ottenere i migliori piazzamenti.
è il fermento politico di questi giorni e che si muove attorno a 250 poltrone da assegnare tra: uffici di gabinetto, segreterie tecniche e segreterie particolari della presidenza della Regione e degli assessorati. Si tratta di quei posti in cui i politici possono (legittimamente) piazzare uomini di fiducia. Così è già partita la corsa ad accaparrarsi il posto, per cercare di mettere gli uomini giusti negli uffici chiave o per sistemare gli amici.
Il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo si appella al governatore: “Il presidente della Regione Raffaele Lombardo dimostri subito di voler dare un vero segno di discontinuità con la precedente gestione di governo azzerando la presenza di persone esterne all’amministrazione negli uffici di gabinetto degli assessorati”. Secondo Lupo, i soli uffici di gabinetto costerebbero alla macchina amministrativa  circa sei milioni di euro annui. I compensi per i più stretti collaboratori esterni degli assessorati variano da sette mila euro lordi, fino a poco più di ventimila euro (fonte PalermoLive).  Lupo ha proposto di non mettere esterni per risparmiare. Proposta accolta positivamente da Giuseppe Castiglione coordinatore del Pdl lealista.
Il risparmio sulla enorme spesa della macchina regionale comincia a diventare un fatto mediatico a cui ricorrono tutti: all’esame della Giunta intanto vi è il ddl sul contenimento delle spese per il personale regionale.
“La lotta agli sprechi in Sicilia deve cominciare dalla riduzione dei costi della politica” – afferma Giovanni Barbagallo (Pd) che vorrebbe ridurre da 90 a 70 il numero dei deputati all’Ars (risparmio di 7 milioni di euro circa) – “Fino a quando il Governo regionale chiederà sempre agli altri di fare sacrifici non è credibile. Dal presidente Lombardo non ci aspettiamo proclami ma scelte concrete”.
Restano fuori da tutti i giochi gli uomini dell’Udc che sono diventati, a quanto pare gli unici a fare opposizione al Governo di Lombardo. Il capogruppo Udc all’Ars Rudy Maira si è detto poco ottimista sulla durata di questo Governo ter e che le alleanze future dipendono anche da quanto deciderà di fare a Roma il leader del partito Pier Ferdinando Casini. Di certo l’Udc è l’unico che invoca in Sicilia il ritorno alle elezioni.
Dubbi sul nuovo Governo li esprime anche Salvino Caputo (Pdl):” Dubito molto che questo Governo di minoranza, possa avviare un processo riformatore della Sicilia,  proprio ora che ha un risicato sostegno parlamentare.
Non intervengono i leader di Pdl Sicilia, Gianfranco Miccichè e dell’Mpa Raffaele Lombardo. Intanto l’Assemblea regionale dovrà affrontare la ripresa dei lavori la prossima settimana e da lì dovranno passare ancora una ventina di “vecchi” ddl governativi che non hanno ancora visto la luce, primi fra tutti i ddl finanziari.