Elezioni, il nuovo volto del Pd in Sicilia

PALERMO – Ecco i nomi dei principali capilista nel plurinominale. Sono: Maria Elena Boschi (Marsala Camera, Messina Camera e Siracusa Camera), Daniela Cardinale (Agrigento Camera), Paolo Gentiloni (Catania Camera) e Davide Faraone (Palermo Senato). La presentazione delle liste dei candidati alle prossime elezioni nazionali ha provocato molti mal di pancia in tutti i partiti, ma soprattutto nel Partito Democratico, dove in Sicilia è rimasto fuori dai giochi l’ex governatore Rosario Crocetta. “Nessun risentimento – ha comunque dichiarato – abbiamo scelto la politica per servizio. Nessuna sorpresa sulle liste Pd: è andata come avevo previsto. Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica – ha aggiunto l’ex governatore – Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un’operazione verità. Per martedì (oggi per chi legge, ndr) annuncio una conferenza stampa. A cose fatte”.
 
Fuori dalle liste sarebbe rimasto anche un politico a lui legato, il parlamentare di lungo corso Beppe Lumia. Nei giorni scorsi l’ex Presidente della Regione aveva dichiarato di confidare nel fatto che il leader del Pd Matteo Renzi sa “mantenere gli impegni”; un riferimento al suo passo indietro dalla corsa alla ricandidatura alle Regionali del 5 novembre, in cambio proprio – si disse allora – di un posto in lista alle Politiche”. Aspettative che sono state deluse.
 
Vittorio Sgarbi, attuale assessore regionale ai Beni culturali, interviene sulla vicenda. “Rosario Crocetta è stato ed è, anche se spesso con posizioni integraliste tipiche di un’antimafia di maniera, un simbolo della lotta alla mafia in Sicilia, e come tale il Pd lo ha per anni esibito come una mostrina d’onore. Lo stesso Pd così solerte, nel nome di una solo professata e poco praticata legalità, nel chiedere commissariamenti di comuni guidati da loro avversari politici – come è accaduto nel caso di Salemi con un prefetto dell’epoca prono e compiacente – non può oggi rinunciare a un simbolo antimafia solo per garantire la poltrona ad anonimi parlamentari uscenti che temono di non essere rieletti”. Ma pone il condizionale. “Se, diversamente, il motivo dell’esclusione di Crocetta è politico per i mediocri risultati del suo precedente Governo, non si capisce perché – aggiunge l’assessore ai Beni culturali della Giunta Musumeci – debba pagare pegno solo lui, visto che nella sua giunta vi erano molti esponenti del Pd, gli stessi che oggi lo guardano quasi fosse un alieno e non uno con cui hanno amministrato e condiviso l’azione di Governo. Se, come temo – conclude Sgarbi – Crocetta sarà fatto fuori dal Pd, annuncio la mia disponibilità a indicarlo come responsabile nazionale per l’antimafia del movimento Rinascimento”.
 
Ma ad essere deluso nel Pd non è solo Crocetta. Uno storico rappresentante del Partito democratico in Sicilia, Antonello Cracolici, attualmente deputato regionale, paventa una scissione definitiva dentro il partito. “Alla Direzione nazionale ho votato contro i nomi proposti per le liste del Pd, soprattutto per quelle siciliane. Sono consapevole che questo gesto apre una ferita, e che occorrerà diverso tempo per rimarginarla. Il Pd ha perso il senso dell’essere un luogo politico plurale. Si sono cancellate storie e percorsi: si tenta di chiamarlo ‘rinnovamento’ ma è semplicemente cancellazione delle differenze, delle storie e in particolare della Sinistra. Non potevo stare zitto. Non posso stare zitto. Ognuno dovrà assumersi tutta la responsabilità di quanto sta avvenendo. Il ‘dopo 4 marzo’ rischia di presentarsi come il tempo di ulteriori divisioni e ulteriori addii. Ma chissà, forse in definitiva è quello che si vuole”.
 
Il leader di Liberi e Uguali, il presidente del Senato Pietro Grasso, ha criticato il Pd e alla domanda se alle prossime elezioni vi sia il rischio che una Sinistra spaccata possa consegnare il governo al Centrodestra, così come accaduto in Sicilia ha risposto che “La sinistra non ha consegnato nulla a nessuno perché è spaccata. Laddove è stata unita in altre città come Genova, la Spezia, Monfalcone e Pistoia ha perso ugualmente. Quindi, non è la spaccatura che fa perdere il Pd, il Pd perde consenso perché non è più di sinistra. E noi rappresentiamo oggi la sinistra”.
 
Qualche mal di pancia anche nel Centrodestra a cui risponde Stefania Prestigiacomo: “Dispiace per chi aveva delle aspettative – ha detto – anche legittime, ed è rimasto fuori. Io sono convinta delle scelte fatte in Sicilia, dell’autorevolezza dei nomi che hanno accettato di candidarsi con noi, e sono fiera che ci siano. In campo per Forza Italia, tante donne, sia storiche militanti che provenienti dal mondo delle professioni”. Ed ha affermato: “Non abbiamo soubrette in lista, anche se non credo che essere bella o aver lavorato nel mondo dello spettacolo sia una macchia”.