Gaetano Armao: “Ripresa lenta, servono investimenti”

PALERMO – Questa settimana i lavori a Palazzo dei Normanni si svolgeranno nella giornata di mercoledì, scavalcando la consuetudine di far partire i lavori d’Aula dal martedì. All’ordine del giorno vi è la votazione della procedura di urgenza per la trattazione del disegno di legge n. 166 a firma Cateno De Luca sulla obbligatorietà della presentazione della relazione sull’attività amministrativa da parte dei sindaci della Sicilia.
Il secondo punto riguarda la discussione di mozioni sull’emergenza idrica regionale.
 
I lavori procedono a rilento a causa dell’avvicinarsi della data per le votazioni che porteranno al rinnovo del parlamento nazionale. Le votazioni si terranno il prossimo 4 marzo. Terminate le consultazioni, l’Ars dovrebbe riprendere i lavori a pieno ritmo, perché i deputati dovranno esaminare, discutere ed approvare il bilancio di previsione per il 2018, perché l’esercizio provvisorio approvato dall’Assemblea regionale lo scorso mese di dicembre, scadrà a fine marzo. Si ventila già comunque la possibilità di una proroga di tale esercizio, per il timore di non riuscire a rispettare le scadenza. Il 30 aprile però sarà l’ultimo termine possibile, dopodiché scatterà la sanzione, che è lo scioglimento dell’Assemblea stessa. Ipotesi questa non percorribile, perché non è pensabile una ulteriore campagna elettorale dopo appena sei mesi di legislatura, quindi a costo di una maratona finale, come già capitato altre volte, il bilancio andrà approvato.
 
I tre schieramenti (Centrodestra, Movimento Cinquestelle e centro sinistra), dovranno necessariamente accordarsi per trovare una maggioranza che approvi il documento, per mettere in campo quelle iniziative necessarie per risollevare le sorti della Sicilia. A tal proposito, l’assessore regionale all’economia Gaetano Armao ha dipinto chiaramente la situazione economico finanziaria dell’Isola: “La pur lenta ripresa non è ancora accompagnata da un rilancio degli investimenti in Sicilia. La spesa europea deve ancora partire, ma non potrà che sortire effetti limitati. Il Patto per la Sicilia è frammentato e deve essere rimodulato ed il Governo nazionale non riesce ancora a rendere operativa la clausola di salvaguardia sul vincolo del 34% delle risorse destinate agli interventi nel Mezzogiorno. Occorre puntare a investimenti mediante la leva fiscale e nuove iniziative imprenditoriali. Il negoziato con lo Stato sull’autonomia finanziaria e il Defr vanno in questo senso”.
 
Ed è proprio dal negoziato con lo Stato il punto di partenza, per cambiare le condizioni di quella Intesa Stato Regione firmata nel giugno del 2016 dall’allora Governatore Rosario Crocetta e che questo Governo vuole modificare a tutti i costi. Di certo le trattative potranno essere più semplici in caso di vittoria anche a Roma del centrodestra: Musumeci si troverebbe agevolato a colloquiare con esponenti della sua stessa maggioranza. Il nodo maggiore lo dovrà sciogliere in Sicilia, per ottenere una maggioranza forte in Parlamento per garantire l’attività legislativa. I tre schieramenti presenti infatti sono in equilibrio, e nessuno sembra voler fare un passo verso le altre compagini.