PALERMO – Attività praticamente nulla all’Assemblea regionale siciliana perché siamo nell’ultima settimana di campagna elettorale prima delle elezioni nazionali che decreteranno da quale compagine politica sarà guidato il nostro Paese.
Fino al 7 marzo non vi saranno sedute d’Aula, una pausa lunga, che di fatto ha impedito che vi fosse un vero e proprio inizio di questa XVII legislatura. Benché il Parlamento infatti si sia insediato nel mese di dicembre 2017, a parte le nomine interne all’Ars, non si è fatto granché.
Inoltre, la approvazione dell’esercizio provvisorio per tre mesi, e forse quattro, ritarderà la programmazione di quest’anno. Qualche giorno fa è arrivata la pubblicazione da parte del governo regionale del Defr, documento all’interno del quale vengono elencate tutte le emergenze della Sicilia così come i buoni propositi del Governo regionale. Le categorie sociali, gli imprenditori e sindacati però chiedono a gran voce che si attuino le riforme, quelle riforme sbandierate dal precedente governo e mai attuate.
Una delle tante emergenze che attanagliano la Sicilia è la gestione del territorio. Proprio ieri, nel corso di un convegno, il sindacato Flai Cgil Sicilia ha rivolto un appello al presidente della Regione Nello Musumeci chiedendo una legge di riordino in materia forestale.
“La Sicilia investe sul territorio e sull’ambiente molto meno rispetto alle altre regioni e in più investe male – viene scritto in una nota. Nonostante una consistente forza lavoro, una gestione forestale priva di obiettivi e di programmazione, episodica e legata all’emergenza, non ha prodotto gli effetti necessari e la Sicilia oggi ha poco più del 10% del territorio boscato, contro la media nazionale del 29%”.
Tonino Russo, segretario regionale della Flai ha chiesto che si convochi con urgenza “un tavolo di lavoro straordinario – che entro la fine di quest’anno e sulla base di criteri condivisi realizzi un progetto e un programma di interventi per tutelare il patrimonio ambientale e assicurare stabilità nel lavoro ai forestali”.
Il sindacato pensa a un testo unico fondato sulla tutela della biodiversità, del territorio e dell’ambiente, sulla prevenzione e lotta agli incendi, sul contrasto alla desertificazione e al dissesto idrogeologico, sull’uso produttivo del bosco. Russo ha difeso la categoria dei forestali e ha rilevato come “il lavoro forestale sia bersaglio continuo di luoghi comuni che non danno conto della realtà. Oggi – ha detto – i forestali sono 21 mila (erano 35 mila nel 2005), in questi anni ci sono state una forte contrazione della spesa e la riduzione della forza lavoro. Se prendiamo in considerazione il parametro giornate di lavoro per ettaro individuato dalla stessa Regione – ha aggiunto – è di 18, 5. Secondo questo parametro in Sicilia si dovrebbero effettuare 3.300.000 giornate di lavoro, mentre nel 2017 ne sono state effettuare 2.600.000, molto meno dunque di quanto previsto dal parametro”.
Secondo la Flai “è necessario oggi orientarsi verso una green economy con scelte adeguate, con un progetto e un programma di interventi che tuteli e valorizzi l’ambiente e il lavoro dei forestali”. “Questi ultimi – ha detto Russo – sono una risorsa, sono sentinelle indispensabili nella tutela del territorio e un loro utilizzo sulla base di un progetto consentirebbe alla fine risparmi ed eviterebbe disastri ambientali, come frane e crolli”.