Trump incontrerà il leader nordcoreano Kim Jong Un

NEW YORK – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accettato un invito per incontrare il leader nordcoreano Kim Jong Un.
La notizia è stata diffusa dalla Casa Bianca alla fine di una giornata di incontri tra i vertici dell’amministrazione Trump e il consigliere per la sicurezza nazionale della Corea del Sud, Chung Eui-yong, e il capo dell’intelligence, Suh Hoon.
 
 
 
Secondo Chung l’incontro potrebbe arrivare entro maggio. Un alto funzionario Usa ha confermato, dicendo il tutto dovrebbe avvenire entro un paio di mesi, in un luogo ancora da definire. Tuttavia continuerà la loro campagna per mantenere alta la pressione economica e politica su Pyongyang in modo da spingere lo stato a rinunciare al proprio arsenale nucleare.
 
In un tweet Trump ha parlato di “grandi progressi” dalla Corea del Nord. “Kim Jong Un ha parlato della denuclearizzazione con i rappresentanti della Corea del Sud, non solo di un congelamento.
 
Inoltre, non sarà fatto alcun test missilistico durante questo periodo di tempo. Sono stati fatti grandi progressi, ma le sanzioni rimarranno fino al raggiungimento di un accordo. L’incontro è in programma!”, ha scritto.
 
L’invito di Kim è stato portato al leader americano da Chung Kim: “Ho riferito al presidente Trump che durante il nostro incontro, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha detto che è impegnato nella denuclearizzazione”, ha aggiunto. “Kim ha promesso che la Corea del Nord si sarebbe astenuta da qualsiasi altro test missilistico o nucleare, ed ha capito che le normali esercitazioni militari congiunte tra la Repubblica di Corea e gli Stati Uniti devono continuare”. Inoltre, “ha condiviso il suo desiderio di incontrare il presidente Trump il più presto possibile”, ha continuato il consigliere di Seoul.
 
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha salutato con soddisfazione il “cambiamento da parte della Corea del Nord” e l’annuncio di un prossimo vertice fra i due, considerandolo come “il risultato della cooperazione tra il Giappone e Stati Uniti e tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud, destinati a mantenere forti pressioni di concerto con la comunità internazionale”.
 
Nel frattempo, anche i vescovi coreani hanno applaudito la possbilità di una tregua. “Aspettavamo questa occasione da 70 anni, la guerra sarebbe un danno irreparabile per entrambe le parti”: come ha commentato l’arcivescovo Igino Kim Hee-joong, presidente della Conferenza episcopale coreana.
 
A quanto pare le recenti olimpiadi invernali hanno rappresentato un passo di apertura particolare e significativo, perché hanno favorito un clima di dialogo tra Nord e Sud Corea. “Penso che lo sport sia una lingua internazionale pura che ci fa oltrepassare ogni ideologia, religione, razza, appartenenza a Paesi diversi. Lo sport fa aprire i cuori più chiusi”.
 
Ora è massima l’attenzione per evenutali passi falsi: “Prima di tutto, non dobbiamo minacciare con le armi e con le sanzioni economiche, e non dobbiamo toccare il loro sistema politico e il loro presidente Kim, ma continuare a dialogare con loro” ha concluso il vescovo.