Offerta scadente, risparmio perso. I siciliani non prendono il treno

MESSINA – Giunge alla quarta edizione il Rapporto “Pendolaria”, la campagna di Legambiente che tasta il polso dei trasporti ferroviari, con un dettagliato dossier su costi, orari, stato delle stazioni e qualità dei servizi, per coloro che utilizzano quotidianamente il treno. Sotto attenta analisi, dunque, la rete ferroviaria italiana, regione per regione, dove i disservizi e gli sprechi non mancano, così come l’incuria e la cattiva gestione.
Dai dati raccolti nel corso del 2009, appare evidente come la rete ferroviaria siciliana non sia delle migliori. In Sicilia, infatti, l’89% dei 1.241 km della rete ferroviaria è a binario unico e quasi la metà della stessa rete non è elettrificata. Per non parlare della lentezza negli spostamenti: per andare da Ragusa a Palermo – 250 km – ci vogliono ben 5 ore, con un cambio ed un solo treno disponibile al giorno. Continui i ritardi segnalati nella tratta Palermo- Punta Raisi,  causata dalla presenza di molti incroci con altri treni. Come se non bastasse,  mancano le coincidenze con i treni per Messina, dove peraltro il materiale rotabile impiegato è fatiscente e sottodimensionato. In completo abbandono è la stazione di Barcellona-Castroreale, la seconda per bacino d’utenza della provincia di Messina: qui, fino a qualche anno fa, fermavano tutti i treni passeggeri e merci, mentre ora sta per essere dismessa e trasformata in una semplice fermata sulla linea Messina-Palermo. Oltre ai disservizi lamentati dai pendolari e la situazione di scarsa manutenzione, il Rapporto Pendolaria evidenzia anche alcune inosservanze degli obblighi di legge. Infatti, la Finanziaria 2008 (L244/2007, art. 2 comma 461) prevede l’obbligo di inserire nei contratti di servizio con i gestori, un maggiore livello di partecipazione delle associazioni, nei meccanismi di verifica dei livelli qualitativi e quantitativi del servizio. Ma questo è stato fatto solo da Campania, Liguria e Umbria.
“Ma qualcosa si può fare subito per migliorare il servizio – affermano i volontari di Legambiente – Si può puntare sulla velocizzazione dei tempi di percorrenza tra le principali città siciliane, con l’acquisto di materiale rotabile più efficiente, ad esempio con un revamping dei vecchi treni “Pendolino” a costi bassissimi, per le linee tra Messina, Catania e Palermo. E poi alcuni interventi di adeguamento delle linee per il passaggio di questo tipo di treni, per una spesa stimata in circa 40 milioni di euro. Questi treni – sostiene Legambiente – sono in grado di affrontare le curve presenti nel tracciato ad una più elevata velocità,  permettendo così di dimezzare i tempi di percorrenza e, nel caso della Catania-Palermo, si passerebbe dalle attuali 6 ore,  a 2 ore e 41 minuti. Ovviamente molto di più si potrebbe fare raddoppiando finalmente le tratte ancora a binario unico tra le città principali. Questo tipo di interventi, come il potenziamento del servizio diretto di traghetti tra Messina e Reggio Calabria migliorerebbe notevolmente la qualità del servizio.