Migranti: chiuso l’hotspot di Lampedusa

L’hotspot di Lampedusa, l’isola al largo di Agrigento, chiude i battenti.
 
Gli ultimi 47 tunisini ospiti della struttura di contrada Imbriacola sono stati trasferiti per consentire lavori di ristrutturazione, così per come era stato deciso a metà mese durante un vertice al Viminale.
 
Il primo lotto degli interventi – che riguarderanno la recinzione, l’illuminazione e la sistemazione, nonché collocazione di nuove telecamere di videosorveglianza – è già in fase d’aggiudicazione.
 
Il cantiere dovrebbe essere avviato in poco più di un mese.
 
Si procederà però per step. E’ stato già previsto il secondo lotto di lavori con i quali dovranno essere rifatti i padiglioni e la cucina.
 
Non è invece ancora chiaro – dipende naturalmente da tanti fattori e molteplici eventualità – per quanto tempo il centro di identificazione per migranti resterà off limits.
 
"Finisce – ha commentato il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello – questa disavventura legata agli sbarchi dei tunisini. Siamo riusciti ad uscire da un incubo, perché la permanenza dei tunisini nell’hot spot di contrada Imbriacola, ha creato non pochi problemi".
 
Martello, di sinistra, era stato eletto nel giugno del 2017 surclassando la "paladina" dei migranti Giusi Nicolini e all’indomani dell’elezione aveva detto che sull’accoglienza occorreva cambiare tutto e puntava il dito contro i tunisini accusati di minacce, molestie e furti. Una visione dell’isola simbolo dell’accoglienza ai migranti decisamente diversa da quella proposta da "Fuocammare", docufilm di Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso d’oro a Berlino.
 
"Mi aspetto adesso – ha concluso Martello – che Lampedusa possa trascorrere una bella e serena stagione estiva. Vorremo, per il futuro, augurarci di avere un’isola dove vivere in santa pace. Ricevere per diversi anni l’oppressione costante degli sbarchi e non potere reagire è stato veramente un dramma".