Migranti: Open Arms, solidarietà non giustifica violazioni legge

"Il Giudice ha evidenziato come gli indagati abbiano dimostrato di volere comunque e a prescindere dallo stato di necessità recuperare i migranti e portarli in Italia, e ciò anche a costo di disattendere le precise indicazioni delle autorità preposte e le normative nazionali ed internazionali che regolano la materia".
 
Lo ha detto il procuratore distrettuale di Catania, Carmelo Zuccaro, commentando il provvedimento di convalida da parte del Gip Nunzio Sarpietro del sequestro della nave dell’Ong spagnola ProActiva Open Arms.
 
"Dagli atti – ha osservato il procuratore – è emersa un’univoca e reiterata volontà degli indagati di far giungere in Italia i migranti recuperati e, come sottolineato dal Gip, il fine solidaristico asseritamente perseguito dagli stessi indagati non poteva scriminare la condotta ai sensi della vigente legislazione italiana".

Ossia l’obiettivo della solidarietà non giustifica le violazioni della legge.
 
Riguardo al fatto che il Gip non ha preso in considerazione il reato di associazione per delinquere, Zuccaro ha spiegato che questo faceva "riferimento a più episodi di salvataggi operati in passato da imbarcazioni della Ong in totale autonomia e senza previa segnalazione delle autorità preposte" e ha fatto emergere "la necessità di ulteriori approfondimenti investigativi che questo Ufficio sta già effettuando".

 
L’intervento della Procura distrettuale, ha ricordato Zuccaro, fa parte della "attività più ampia intrapresa dal 2013 con l’istituzione di un gruppo di lavoro specializzato per contrastare il traffico, condotto con modalità disumane ed improntato al solo scopo di massimizzare il profitto a scapito della sicurezza delle vite di un numero indeterminabile di disperati, da parte di associazioni criminali organizzate per agevolare l’immigrazione clandestina".
 
"Questo Ufficio – ha concluso il Procuratore distrettuale di Catania – rivendica con orgoglio l’elaborazione di interpretazioni giuridiche, la cui esattezza è stata riconosciuta dalla Corte di Cassazione, e di modelli organizzativi, recepiti dalla Direzione Nazionale Antimafia e condivisi dalle Nazioni Unite, che hanno consentito di coniugare il principio del soccorso in mare dei migranti in situazione di effettivo pericolo con quello dell’efficacia dell’azione di contrasto al traffico di migranti".