Corruzione elettorale: indagato esponente di Forza Italia

La Procura distrettuale  di Catania sta facendo notificare alla Direzione investigativa antimafia avvisi di conclusione indagini di un’inchiesta per corruzione elettorale sulle scorse regionali in Sicilia.
 
Tra i destinatari del provvedimento uno dei candidati sindaci del centrodestra, il consigliere comunale di Fi di Catania, Riccardo Pellegrino.
 
Tra gli indagati più noti ci sarebbero anche l’ex sindaco di Aci Catena, Ascensio Maesano, e l’ex sindaco di Mascali ed ex deputato regionale Biagio Susinni.
 
 
Sarebbero stati notificati in tutto dodici avvisi di conclusione delle indagini. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, si basa su indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvini.
 
Dall’alba di oggi l’operazione è stata condotta con una serie di perquisizioni a tappeto.
 
L’indagine sarebbe partita da intercettazioni durante l’inchiesta sui rifiuti ma, come detto, riguarda altre ipotesi di reato, compreso quello di voto di scambio durante le passate elezioni regionali.
 
Gli investigatori, sarebbero riusciti a documentare almeno cinque episodi dove emergerebbe il reato di corruzione elettorale.

TUTTI I PARTICOLARI E I NOMI
 
Sono due i faldoni d’inchiesta aperti dalla Procura distrettuale di Catania: una che contesta il voto di scambio, e per cui sono in corso perquisizioni da parte della Dia, e un’altra che ipotizza la corruzione elettorale che è già nella fase della conclusione delle indagini preliminari.
 
L’avviso di conclusione indagine tratta il presunto sostegno dato, con la "consegna di denaro" e il "pagamento di 50 euro a voto", per "ottenere consensi in favore di Riccardo Pellegrino", candidato alle regionali nelle liste di Forza Italia.
 
Sono dodici complessivamente i destinatari dell’avviso di Conclusione indagine. Oltre a Riccardo Pellegrino, Maesano e Susinni, ci sono Filippo Pellegrino, padre di Riccardo e una serie di "intermediari": Gesualdo Briganti, Antonino Castorina, Orazio e Sebastiano Cutuli, Salvatore Di Benedetto, Antonio Di Benedetto, Ivan Andrea Guarrera e Salvatore Gulisano.
 
Dalle indagini della Dia di Catania emergerebbero diversi episodi di corruzione elettorale. In particolare, sostiene la Procura, "Susinni e Maesano avrebbero messo in contatto Riccardo Pellegrino con Giuseppe Panebianco, mantenendo così l’influenza politica del Maesano ad Aci Catena".
 
In quest’ambito Filippo e Riccardo Pellegrino avrebbero "consegnato a Panebianco e Guarrera svariate somme di denaro".
 
Tra queste la Procura ritiene di avere individuato "certamente una somma pari a 3.000 euro, in cambio di un numero imprecisato di voti per l’importo di 50 euro a preferenza",
 
Altri "1.000 euro a Cutuli sempre per 50 euro a voto" e " la promessa di 1.300 euro a Castorina, somma corrisposta" dopo le elezioni.
 
Altre due consegne di denaro in cambi voti sono contestate dalla Procura di Catania, la cui somma resta imprecisata.
 
Gli "intermediari" si sarebbero approvigionati di voti nelle zone dell’Acese, di Ramacca e Vizzini.