Aggressioni in Sanità: altri due casi in Sicilia

Un addetto alla distribuzione dei pasti in un reparto annesso al pronto soccorso dell’ospedale palermitano Vincenzo Cervello, è stato picchiato dal parente di un paziente e ha riportato la rottura di un timpano.
 
Nel reparto di osservazione, c’erano 28 pazienti su 16 posti disponibili: 12 erano sulle barelle. Una situazione di sovraffollamento resa ancor più difficile dalla presenza di intere famiglie che assistono i ricoverati, in media 5 persone per ogni malato.
 
 
Al suo arrivo per la distribuzione dei pasti, nella serata di ieri, l’operatore ha invitato i parenti ad uscire. Al rinnovo dell’invito, poco tenuto in considerazione, un ricoverato ha detto all’operatore "tu già hai parlato troppo" e l’ha colpito causandogli la rottura del timpano.
 
Martedì scorso un dipendente dell’Asp di Agrigento era stato aggredito da un utente che aveva fatto irruzione nella stanza dove era riunita la commissione che si occupa delle pratiche di invalidità civile, rivendicando il riconoscimento di una sua patologia da parte della commissione.
 
L’impiegato ha riportato varie contusioni e una frattura al cranio ed è ricoverato al San Giovanni Di Dio.
 
"Condanniamo con fermezza – ha detto Floriana Russo Introito, segretaria della Cisl Fp di Agrigento – ogni modalità di violenza perpetrata sulle persone e ancor di più quelle ai danni di chi svolge la propria attività lavorativa in modo corretto e irreprensibile. Il clima pesante, creato in questi anni nei confronti dei dipendenti pubblici, influenza in modo ingiustificato il comportamento dei cittadini nei confronti di chi esercita un servizio pubblico",.
 
"Riteniamo necessario e urgente – ha aggiunto – attivare un presidio di sicurezza presso tutti i i luoghi sensibili così come potrebbero essere alcuni reparti dove spesso l’utenza, credendo di poter essere irrispettosa dell’orario di accesso per le visite in ospedale, si indispettisce oltremodo, divenendo in alcuni casi anche violenta nei confronti del personale infermieristico".
 
"Dopo avere fatto montare questo clima pretestuoso – ha concluso la sindacalista – nei confronti dei dipendenti pubblici, la politica cerchi di ritornare sui propri passi, riconducendo ciascuno alle proprie responsabilità, anziché addossare colpe su lavoratori riguardosi di norme e tempistiche che ciascuno utente, oltre il diritto di richiesta del servizio, ha il dovere di rispettare”.