Missili contro la Siria, è tensione

Nel cuore della notte – alle tre del mattino, ora italiana – è scattato in Siria l’attacco minacciato nei giorni scorsi dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, un’azione mirata contro il presunto arsenale di armi chimiche del governo di Assad.
 
In azione, nello stesso momento in cui Trump annunciava la decisione alla nazione, mezzi aerei e navali di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, con l’appoggio della Nato. Usati sia missili Tomahawk e Cruise che jet militari.
 
 
 
L’operazione è durata poco più di un quarto d’ora, prendendo di mira tre obiettivi, uno a Damasco e due nella zona di Homs. Tutti i target erano legati al programma delle armi chimiche.
 
Per preparare l’operazione da martedì scorso erano decollati da Sigonella alla volta della costa siriana sei pattugliatori antisom P-8A Poseidon del Patrol Squadron 16.
 
Nonostante la pioggia di missili, non si ha notizia al momento di vittime civili. Il web è pieno di immagini girate con gli smartphone dell’attacco missilistico.
 
GUARDA IL FILMATO
 
 
L’attacco è stato definito da Trump "Un’azione congiunta contro barbarie e brutalità" dopo l’attacco chimico "crimine di un mostro".
Theresa May, premier britannica, ha precisato: "non puntiamo a rovesciare il regime di Assad", ma a "farlo desistere dall’uso di armi chimiche".
 
Mosca: "L’attacco non resterà senza conseguenze".
 
Secondo fonti Usa "non è finita".
 
Un terzo dei missili – tredici su una cinquantina – sarebbe stato abbattuto dalla contraerea, riferiscono fonti siriane.
 
La Russia ha fatto sapere di non aver attivato i propri sistemi di difesa aerea dislocati in Siria. I raid di Usa, Gran Bretagna e Francia sono stati contrastati unicamente dai sistemi antimissilistici siriani oltre 30 anni fa in Unione Sovietica, che hanno "intercettato e abbattuto" un numero "considerevole" di missili.