Governo: da Mattarella incarico esplorativo alla Casellati

La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ricevuto al Quirinale dal capo dello Stato un incarico esplorativo.
 
Il presidente Sergio Mattarella le ha affidato il compito di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare tra i partiti della coalizione di centrodestra e M5s.

La presidente Casellati dovrà riferire al Capo dello Stato entro venerdì: due giorni per verificare la possibilità di dare concretezza all’ipotesi di governo tra pentastellati e Lega-Fi-FdI.
 
"Ho ringraziato per la fiducia Mattarella – ha detto ai giornalisti la Casellati dopo aver ricevuto l’incarico – che terrò costantemete aggiornato. Intendo svolgere l’incarico con lo stesso spirito di servizio che ha animato in queste settimane il ruolo di presidente del Senato. Sarete informati del calendario degli incontri che avverranno in tempi molto rapidi".
 
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Casellati è espressione della coalizione risultata prima alle elezioni con il 37% dei voti e secondo Mattarella non si poteva non partire da lei, visto che anche i 5Stelle hanno contribuito (compatti) alla sua elezione, nonostante la vicinanza a Silvio Berlusconi.
 
Perché sono numerosi i precedenti (Amintore Fanfani, etc.) in cui la seconda carica dello Stato è riuscita ad aggirare veti e ad abbattere muri, per poi tornare al Quirinale e offrire al capo dello Stato le chiavi per la soluzione della crisi.
 
Nel 1987 riuscì a un’altra donna, Nilde Iotti (da presidente della Camera), che portò alla formazione del governo del quarantaquatrenne Giovanni Goria, il presidente del Consiglio più giovane della storia repubblicana (fino ad allora).
 
  
Intanto nella Lega, se alla Casellati non riuscisse di aggirare i veti incrociati, si comincia a temere l’accordo M5s-Pd.
 
Il reggente Dem Maurizio Martina ha detto che il suo partito è pronto a confrontarsi "su tre punti" che erano il programma elettorale del Pd (povertà, famiglia, lavoro), mossa che ha ricevuto il plauso di M5s come "iniziativa utile". Se dunque dopo un eventuale nulla di fatto di Casellati, ci fosse un incarico a Di Maio, questi – secondo i timori di alcuni nella Lega e in Fi – anziché fallire aprendo la strada al "terzo uomo", potrebbe chiudere con il Pd.