Migranti: salvate oltre 400 persone al largo della Libia

Sono 416 i migranti salvati al largo della Libia in sette diverse operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera di Roma.
 
I migranti, che erano a bordo di quattro barchini in legno e tre gommoni sono stati recuperati da alcune motovedette della Guardia Costiera, da una nave inserita nel dispositivo Frontex e da due navi delle Organizzazioni non governative, a cominciare dalla nave Acquarius, a bordo della quale vi sono complessivamente 538 persone, 374 appena soccorse e 164 recuperate nel salvataggio del 18 aprile.
 
Tutti sarebbero dovuti arrivare oggi a Pozzallo, ma l’Acquarius è stata dirottata a Trapani all’ultimo momento.
 
Nel porto di Pozzallo sono giunti invece, a bordo del pattugliatore della marina militare portoghese ‘Don Francisco de Almeida’, 93 tunisini, tra cui una donna.
 
Un uomo è stato ricoverato in ospedale per una lussazione alla spalla.
Per tornare all’operazione di salvataggio, le altre navi utilizzate sono state l’imbarcazione di Sos Mediterranee in collaborazione con Medici senza Frontiere, e la nave Astral di Proactiva Open Arms, tornata nel Mediterraneo centrale dopo esser stata dissequestrata nei giorni scorsi dal Gip di Ragusa.
 
Il natante aveva lasciato l’altroieri il porto di Pozzallo (Ragusa) per approdare a Malta, ormeggiando a La Valletta.
 
La nave dell’Ong spagnola il 18 marzo scorso era stata sequestrata su disposizione della Procura distrettuale di Catania che aveva indagato il comandante Marc Reig Creus, il capo missione Ana Isabel Montes Mier, e il coordinatore generale dell’Ong, Gerad Canals, per traffico di immigrazione clandestina e associazione per delinquere.
 
Il provvedimento, basato su indagini della squadra mobile di Ragusa e della Guardia costiera, era stato confermato dal Gip di Catania, che aveva però ritenuto non sussistente il reato associativo.
 
Gli atti erano stati trasmessi a Ragusa dove la Procura di Catania aveva ribadito la richiesta di sequestro.
 
Questa è stata però rigettata dal Gip Giovanni Giampiccolo, il 16 aprile scorso.
 
Secondo il giudice per le indagini preliminari l’Ong aveva "agito per stato di necessità" e aveva fatto bene a non consegnare alla Libia i migranti salvati, perché il salvataggio si conclude soltanto quando le persone sono portate in un luogo sicuro.