Dichiarazione dei redditi fai da te, tutto quello che c’è da sapere

ROMA – Saranno circa 30 milioni i contribuenti che, tramite il servizio online offerto dall’Agenzia delle Entrate, potranno usufruire della dichiarazione dei redditi precompilata.
Grazie al nuovo strumento, i contribuenti potranno presentare il proprio 730 e i redditi Pf (persone fisiche), dopo aver visualizzato la dichiarazione dettagliata fornita dal Fisco.
 
COME ACCEDERE
È possibile accedere tramite Spid (Sistema pubblico per l’identità digitale), oppure con con le credenziali rilasciate dall’Agenzia tramite il sistema Fisconline o tramite la nuova Cns (Carta nazionale dei servizi). Chi possiede il Pin dispositivo Inps può accedere tramite il sito dell’Istituto nazionale di previdenza. I dipendenti della pubblica amministrazione potranno usufruire, invece, del NoiPa. In ogni caso l’Ente, al fine di agevolare il processo, ha messo a disposizione un sito ad hoc con le istruzioni da seguire passo passo corredato dalle cosiddette Faq, le domande più frequenti.
 
SPESE DETRAIBILI
Tra le detrazioni rientrano diverse tipologie di spesa: quelle scolastiche, sanitarie, ristrutturazioni, l’acquisto di mobili o elettrodomestici. Stando alla legge di Bilancio 2018, sarà possibile ottenere una detrazione pari al 19% per gli interessi sul mutuo della casa principale, le spese di frequenza scolastica e istruzione universitaria, polizze vita, infortuni e invalidità, le donazioni alle onlus, l’intermediazione immobiliare, le attività sportive dei figli e, infine, le spese d’affitto per gli studenti fuori sede. Per quanto concerne, invece, la rata relativa alla ristrutturazione si potrà ottenere una detrazione tra il 36 e il 50% e tra il 55 e il 65% per le spese sostenute in chiave di risparmio energetico.
 
FAI DA TE O INTERMEDIARI, PRO E CONTRO
Dopo l’accesso al modulo, sarà possibile decidere se accettarlo o apportare delle modifiche a partire dal 2 maggio 2018. In caso di conferma del documento, senza modifiche o correzioni, si viene automaticamente esclusi da controlli. Se, invece, ci si rivolge a intermediari, saranno questi ultimi a essere sottoposti a verifica. Va inoltre ricordato che è necessario conservare i documenti presentati fino a cinque anni dopo. Se, dunque, si tratta della precompilata riferita al 2017 ma presentata nel 2018, il Fisco sarà autorizzato a richiedere la documentazione fino al 2023. Nel caso si tratti di ristrutturazione di una casa, sarà consigliabile custodirli fino al 2033. Qualora il contribuente decidesse di rivolgersi a un terzo, lo stesso sarà costretto ad apporre sul 730 il visto di conformità. In caso di dichiarazioni difformi dalla realtà, è prevista una sanzione amministrativa.
Per il contribuente c’è la possibilità che si verifichino tre ipotesi: nel modulo mancano alcuni oneri o redditi oppure ce ne sono alcuni che il contribuente ignorava o, infine, ci sono dati che compaiono solo nel foglio informativo. Nel primo e nel secondo caso si dovrà ottemperare all’integrazione della dichiarazione con i redditi non presenti e, se si tratta di oneri, questi possono essere aggiunti solo tramite presentazione di un giustificativo. Nel terzo caso, invece, sarà il soggetto in prima persona a inserire i dati mancanti, verificandone la correttezza.
 
SCADENZE
Le scadenze per inviare le dichiarazioni sono diverse nel caso di 730 o redditi Pf:
• 730 precompilati dal 2 maggio al 23 luglio;
• Modello redditi dal 10 maggio al 31 ottobre;
• 730 ordinario dal 2 maggio al 9 luglio per i contribuenti che decidono di avvalersi, del sostituto d’imposta mentre il 23 luglio se tramite Caf o commercialisti.
Nel caso di eventuali errori, invece:
• Dal 28 maggio al 20 giugno, solo per una volta, si può annullare e inviare una nuova dichiarazione;
• Dal 24 maggio al 31 ottobre è possibile inviare il modello redditi che va a correggere quanto dichiarato nel 730.
 
CHI NON PUO’ UTILIZZARE IL MODELLO 730
Devono presentare il modello Redditi Persone fisiche e non possono utilizzare il modello 730 precompilato o ordinario, i contribuenti che:
• hanno percepito redditi derivanti da produzione di agroenergie oltre i limiti previsti dalla legge o redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione;
• hanno ottenuto redditi di lavoro autonomo con partita Iva;
• nel 2017 e/o nel 2018 non sono residenti in Italia;
• devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti.