Vi fu un altro episodio, nel 1984, meritevole di essere ricordato: il famoso decreto Berlusconi. Ricorderete che il grande potere dei partiti veniva utilizzato mediaticamente, a mezzo della Rai, la quale era regolarmente spartita fra: la Rete uno ai democristiani, la Rete due ai socialisti e la Rete tre ai comunisti. Un equilibrio contrario all’interesse generale perché i giornalisti delle tre parti erano faziosi e non cercavano la verità, prescindendo dai fatti e caricando a testa bassa gli avversari, per cercare di fare acquisire ai partiti di appartenenza vantaggi elettorali.
In questo scenario, irruppero le piccole televisioni commerciali che, seppure in catena nazionale, non potevano trasmettere in diretta. Mediaset pensò allora di mandare i programmi in differita di un minuto, fornendo cassette alle emittenti dislocate nel territorio. Ma i pretori dell’epoca, in base alle leggi vigenti, sequestravano le varie emittenti.
Craxi mise sul piatto della bilancia la caduta del suo governo, il più longevo nel tempo dopo quello di Berlusconi, a fronte dell’approvazione di un decreto che liberalizzasse l’esercizio della tv commerciale. Cosa che avvenne.
Nel suo studio di piazza Duomo n. 9, Craxi riceveva pochissime persone e solo per particolari affari, assistito dalla sua fedele segretaria, Enza Tomaselli. Dopo lo scoppio di Mani pulite, il 17 febbraio del 1992, quando il presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa fu trovato con indosso una tangente di 7 milioni, il leader socialista pronunziò un discorso coraggioso alla Camera, il 3 luglio 1992, nel quale chiamò tutti gli uomini politici alla resa dei conti dicendo che quasi tutti avevano ricevuto tangenti e si erano arricchiti illecitamente.
Questo non gli impedì nel tempo di subire sette condanne passate in giudicato e quindi di essere considerato un vero e proprio pregiudicato. Tuttavia, quasi misteriosamente, le richieste di estradizioni, se fatte, non hanno sortito alcun effetto tanto che Craxi è morto in pace il 19 gennaio 2000 ad Hammamet, ove era considerato un caro amico da Zine El Abidine Ben Ali, presidente della repubblica tunisina.
Ho visitato la tomba di Craxi e devo dire che l’elenco delle persone che hanno fatto atto di presenza è veramente lungo. Vedremo di quanto si allungherà oggi, in ricordo del decimo anno dalla sua morte, con la presenza di tanti uomini di Stato italiani. Craxi era uno statista, ma un esempio da non emulare.