La casa del futuro? Sarà di legno è più sicura ed ecosostenibile

PALERMO – Il legno sembra destinato a riprendere un ruolo importante tra i materiali di costruzione delle abitazioni. Viene favorito dalla possibilità di una maggiore sostenibilità ambientale e dalle ricadute in termini di sicurezza che stanno, infatti, spingendo il settore del legno strutturale verso numeri sempre più in crescita: nel 2015 in Italia le costruzioni in legno (residenziali e non residenziali) valgono circa 700 milioni di euro, un dato che viene certificato dal fatto che una casa nuova su 14 è realizzata con questo materiale.
 
Numeri che arrivano dal secondo rapporto “Case ed edifici in legno” del Centro studi Federlegno arredo eventi che certifica, inoltre, la presenza di 248 aziende e un trend in crescita anche nel settore edilizio, che invece fatica a riprendere la via della crescita nelle sue coordinate più tradizionali (nel 2015 investimenti in contrazione del 6,8%). Il fatturato complessivo si avvicina al mezzo miliardo (410 milioni di euro), l’Italia è il quarto paese in Europa per la produzione di prefabbricati in legno.
 
A livello regionale non è un caso che le aree maggiormente coinvolte siano proprio quelle che solitamente si presentano come avanguardie nei settori sostenibili. Lo studio segnala il Trentino Alto Adige in termini di fatturato generato (46% del totale nazionale) e la Lombardia come numero di aziende attive stabilmente nel settore (51, cioè il 21%). Quest’ultima si prende anche il primo posto della distribuzione territoriale delle abitazioni (un quinto del totale), subito dopo troviamo il Veneto (18%), l’Emilia Romagna (15%) e il Trentino Alto Adige (13%). In cinque regioni si registra la presenza di quasi sette case su 10.
 
Una tendenza che trova conferme anche in lavori di respiro internazionale. Per il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, un gruppo di studio dell’Illinois Institute of Technology di Chicago, l’Europa, entro i prossimi anni, sarà la sede del maggior numero di grattacieli in legno più alti del mondo.
 
Una corsa da sostenere, sottolinea in una nota Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno, che spiega come “affinché il tema dell’architettura ecosostenibile non sia solo una tendenza passeggera è necessario sviluppare una vera e propria cultura del legno, investendo nella formazione e adottando certificazioni per un corretto impiego del materiale, nel rispetto della normativa vigente”. In tal senso “il Consorzio si impegna da un lato a preservare il patrimonio forestale, dall’altro a incentivare una visione del mondo in cui la sostenibilità sia al centro di ogni futuro progetto e di ogni costruzione al passo coi tempi”.
 
L’Italia ha uno dei prelievi più contenuti d’Europa e spingere più in alto l’asticella non significa aggredire il patrimonio boschivo. In questo quadro l’Isola è ancora più indietro.
 
Gli ultimi dati Istat relativi alle “utilizzazioni legnose forestali per tipo di bosco e per destinazione” registrano come il prelievo siciliano sia molto variabile, tra il 2013 e il 2015 è passato da 42 mila a 30 mila per chiudere con 36 mila metri cubi, ma comunque distante da quelle regioni che, a parità o con porzioni inferiori di superficie forestale (circa 340 mila ettari quella isolana, dati Infc), la surclassano per prelievo: Umbria (390 mila ettari, 182 mila ettari di prelievo) e Puglia (179 mila ettari, 63 mila metri cubi di prelievo).
 
Il ritardo diventa una voragine se rapportato alle Regioni che mantengono una superficie boscata maggiore: la Toscana, ad esempio, preleva oltre 600 mila metri cubi all’anno.