A Catania solo 40 vigili urbani in servizio per strada

CATANIA – Catania è una città con tanti problemi e i catanesi sono sempre pronti ad approfittarne, d’altra parte è parte di questa cultura evadere le norme. Le amministrazioni che si sono susseguite negli anni non hanno certo dato il buon esempio dato che hanno portato la città etnea allo sfacelo con un buco economico nelle casse comunali che sfiora il miliardo di euro, con i dipendenti delle molte cooperative sociali che non ricevono lo stipendio da mesi, con alcune zone della città al buio e l’immondizia sparsa qua e là per la città.

Ma in tutto questo i catanesi che fanno? Da una parte si lamentano per le cattive condizioni di vita in cui sono costretti a vivere, dall’altra approfittano della situazione come possono. È il caso dei furti di rame, ma anche del traffico selvaggio. Nonostante, infatti, il Codice della strada, all’articolo 140 ‘Principio informatore della circolazione’ affermi che “gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”, forti della mancanza di un adeguato sistema di controllo da parte dei vigili urbani, fanno ciò che più gli piace.

Sorpassi azzardati, parcheggi ovunque compresi marciapiedi, stalli per disabili, zone a traffico limitato o piazze pubbliche, non rispetto della segnaletica semaforica o delle strisce pedonali, il mancato uso del casco e delle cinture di sicurezza,  nonché il mancato rispetto dei limiti di velocità sono le infrazioni più frequenti, ma non solo. Eppure il Codice della strada è preciso nell’indicare i limiti e prevede anche delle sanzioni per chi non lo rispetta. L’articolo 142 è quello che stabilisce che “ai fini della sicurezza della circolazione e della tutela della vita umana la velocità massima non può superare i 50 km/h per le strade nei centri abitati”, mentre l’art 148 ai commi 9,10,11,12 e 13 specifica quando è vietato il sorpasso.
Un’altra infrazione molto diffusa è la sosta o la fermata dove non si potrebbero effettuare.

Se per sosta “si intende la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente”  e per fermata “si intende la temporanea sospensione della marcia”, l’articolo 158 ci da una serie di casi in cui sosta e fermata sono espressamente vietate: “in prossimità e in corrispondenza di segnali stradali verticali e semaforici in modo da occultarne la vista, nonché in corrispondenza dei segnali orizzontali di preselezione e lungo le corsie di canalizzazione; sulla corrispondenza delle aree di intersezione e in prossimità delle stesse a meno di 5 m dal prolungamento del bordo più vicino della carreggiata trasversale, salvo diversa segnalazione; sui marciapiedi; in seconda fila; negli spazi riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus; negli spazi riservati alla fermata o alla sosta dei veicoli per persone invalide di cui all’art. 188 e in corrispondenza degli scivoli o dei raccordi tra i marciapiedi, rampe o corridoi di transito e la carreggiata utilizzati dagli stessi veicoli. Inoltre nonostante l’articolo 171 del codice della strada indichi che “durante la marcia, ai conducenti e agli eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati, secondo la normativa stabilita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti” anche in questo caso i catanesi non rispettano la legge e sono in molti quelli che girano senza casco.

I vigili in tutto questo non possono fare molto: il problema è che sono davvero pochi se consideriamo che ogni turno di otto ore lavorative è coperto da solo una quarantina di vigili con circa 18 auto a disposizione. Sono anni che non vengono fatti nuovi concorsi per nuove assunzioni, non ottemperando così al primo articolo del Codice della strada in cui si definisce che “la sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”.