Petrolchimico: Esso Augusta, Musumeci, “Preoccupati per cessione”

"Le modalità anomale con cui è avvenuto il subentro della società algerina Sonatrach alla Esso di Augusta lasciano assai perplessi e suscitano serie preoccupazioni".
 
Lo ha affermato, in una propria nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
 
"Chi viene a investire in Sicilia – prosegue la nota – è sempre il benvenuto, ma ha il dovere anzitutto di presentare, alle istituzioni, credenziali e garanzie".
 
"Sono certo – conclude Musumeci nella nota – che i nuovi petrolieri vorranno fornire, presto, alla Regione un piano industriale atto a offrire rassicurazioni per i livelli occupazionali, per la tutela della salute del territorio e per la bonifica degli impianti".
 
Nei giorni scorsi il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché aveva detto: "O i proprietari delle raffinerie fanno le bonifiche, oppure danno la benzina gratis ai siciliani che subiscono da decenni il loro inquinamento. In caso contrario, fuori dalle palle. Via dalla Sicilia così riqualificheremo quelle aree di costa".
 
La Esso Italiana aveva reso nota il 9 maggio scorso la cessione, che si completerà entro la fine del 2018, alla compagnia petrolifera di Stato algerina Sonatrach del ramo d’azienda costituito dalla raffineria di Augusta, dai depositi carburante di Augusta, Palermo e Napoli e relativi oleodotti.
 
 
Era stato sottolineato come il contratto d’impiego dei circa 660 dipendenti della Esso Italiana sarebbe stato trasferito all’acquirente.
 
 
"Ci impegniamo – aveva dichiarato Abdelmoumen Ould Kaddour, Chairman e Ceo di Sonatrach – a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l’eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine".
 
 
I sindacati, a cominciare dai segretari nazionali della Cgil Susanna Camusso e della Uil Carmelo Barbagallo, ma anche esponenti di Forza Italia come Stefania Prestigiacomo, avevano espresso dubbi sull’operazione, in particolare per la segretezza con cui era stata condotta in porto.
 
Una posizione più morbida e mirata alla salvaguardia del territorio aveva tenuto il presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona.
 
"L’investimento – aveva detto Bivona – diventa appetibile se esistono le condizioni di contesto, se il territorio è socialmente coeso per consentire alle aziende di svolgere la propria attività in maniera sostenibile. Solo così potremo tornare ad essere pienamente attrattivi e sfruttare la posizione strategica che abbiamo nel Mediterraneo".