Più volte abbiamo citato l’esempio della Repubblica di Singapore, ove le istituzioni selezionano i talenti (vedi nostro editoriale del 25 luglio 2009) fra i ragazzi di 8-10 anni. Li assistono, pagano i loro studi e, nel tempo, dopo l’ultimo livello di formazione, li inseriscono nella Pubblica amministrazione, che funziona alla perfezione ed è stata il motore che ha trasformato in poco più di trent’anni una giungla nella Repubblica più avanzata del mondo.
Ecco la dimostrazione palese e inconfutabile che ove le istituzioni e la pubblica amministrazione funzionano molto bene, costituiscono un motore per la realizzazione di progetti produttori di ricchezza.
Non si capisce perché un processo virtuoso analogo a quello descritto non si possa realizzare in una Sicilia autonomista che può e deve diventare l’esempio di virtù rispetto a tutte le altre regioni d’Italia. Diversamente non è una regione autonomista e non è neanche una regione, ma un’accozzaglia di soggetti che vanno disordinatamente per le praterie senza un obiettivo comune, disperdendo risorse preziose, utilizzate malissimo.
L’altra questione che solleviamo è la mancanza di competitività, concorrenza e trasparenza, all’interno dei servizi regionali, che vanno misurati mediante procedure di efficienza, anche con appositi algoritmi e formule che consentano di raffrontare in un benchmarking continuo la capacità di utilizzare al meglio le spese necessarie alla produzione dei servizi e i servizi medesimi.
è dunque urgente e indispensabile che l’assessorato all’Economia utilizzi un proprio settore per fare lo screening, in tempo reale e continuativo, dell’efficienza di tutti i servizi regionali e proponga al suo responsabile, che è anche vice presidente della Regione, correttivi delle procedure, premi o sanzioni nei confronti dei dirigenti di dipartimento che non ottengono i risultati assegnati, raffrontati con gli obiettivi indicati nei loro contratti e inseriti nelle direttive del presidente della Regione.
Talenti e produttività dei servizi generano ricchezza e costituiscono la marcia veloce di cui ha bisogno la Sicilia per ridurre il divario dalla Lombardia e dalla Catalogna.