Formatori fuorilegge e fuori mercato

Enti non in regola e fuori dal mercato. C’è lo specchio della deficitaria situazione della formazione professionale in Sicilia nel piano programmatico dell’Oif 2009-2010, i percorsi sperimentali triennali di Istruzione-Formazione. Una caterva di finanziamenti nella rete di 26 enti di formazione di cui solo in 4 sono risultati subito in regola alla data dell’erogazione del primo acconto (22 novembre 2009, ndr). “C’è sicuramente molta superficialità e disattenzione – dice il responsabile della Uil Palermo della Formazione professionale, Giuseppe Raimondi – negli enti di formazione. Non si tratta sicuramente di incompetenza, soprattutto se ad essere bloccati sono enti storici, che quindi hanno una loro esperienza nel settore”.
 
“Non si può gridare sempre contro una Regione ritardataria quando invece si scopre che sono proprio gli enti a non avere le carte in regola”, conclude Raimondi.
Le irregolarità riscontrate sono state le più disparate: certificati camerali scaduti, certificati prefettizi inesistenti o polizze fidejussorie non presentate o inesatte. Ovviamente dallo scorso novembre ad oggi, pian piano, i vari enti si sono messi in linea (anche se non ancora tutti) e lentamente vanno incassando il primo acconto, che significa soprattutto pagare il personale docente, e non, in servizio.
Alla resa dei conti ad essersi fatti trovare immediatamente pronti sono stati soltanto gli enti del Cnos-Fap, Futura, Irfap ed Endofap. In tutto fanno 54 percorsi finanziati per un totale di poco meno di 20 milioni di euro. In pratica si tratta di appena un terzo dell’intero apparato formativo che riguarda proprio i percorsi sperimentali triennali di Istruzione-Formazione che conta complessivamente 144 progetti per un totale di 30 milioni e 400 mila euro. Quindi sono ben 87 i percorsi gestiti dai 22 enti trovati non in regola con la documentazione.
“Noi siamo stati fortemente critici con questi enti – aggiunge Raimondi – anche perché l’informazione che arriva al lavoratore è che la colpa è dell’amministrazione. A questo punto il nostro pressing sarà molto più stretto sugli enti”. E se da una parte si scopre una magagna, dall’altra emergono altre contraddizioni come ad esempio la scelta dei percorsi formativi.
Dando uno sguardo all’elenco dei progetti finanziati appare abbastanza chiaro che i profili professionali finanziati appaiono distanti dalle esigenze del mercato del lavoro siciliano. Almeno se si segue l’indicazione che era stata all’inizio dell’anno dall’allora assessore al Lavoro Carmelo Incardona, il quale aveva dichiarato che da un’indagine fatta di concerto con il dipartimento Formazione professionale e seguendo anche le indicazioni dei sindacati, servivano per questo territorio saldatori, elettricisti, idraulici e tecnici impiantisti. Ebbene, di queste figure se ne vedono ben poche nell’Oif: si contano appena 31 percorsi sui 144 finanziati, cioè poco più del 20 per cento del complessivo. Morale della favola: facendo un’equazione semplice, ben 24 milioni di euro sono stati distribuiti per creare le solite figure. Figurano infatti un’infinita di percorsi per formare camerieri, pizzaioli, estetisti e operatori in servizi sociali. Dei 31 percorsi utili ci sono per l’appunto elettricisti (o installatori), per cui sono entrati in graduatoria di finanziamento 26 progetti; poi ci sono appena 3 percorsi formativi per saldatori e due per tubisti termoidraulici.
Lacune che sono certamente un grosso campanello d’allarme se si considera la delicatezza del settore dell’obbligo formativo, partito dallo scorso anno scolastico 2007-2008, che dà l’opportunità all’alunno, dopo il raggiungimento del diploma di scuole media inferiore, di scegliere di frequentare corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di durata triennale. Al termine del corso gli allievi potranno continuare il percorso di studio o, allo stesso modo, potranno optare per il rientro nel tradizionale iter scolastico. Si tratta quindi di formare i lavoratori di domani. O forse sarebbe meglio dire i potenziali disoccupati…