Scuola: spari contro casa maestra sospesa nel Catanese

Tre colpi di arma da fuoco sono stati esplosi la notte scorsa contro l’abitazione, una casa terrana ad Acicatena, nel Catanese, di O.L.R., di 59 anni, maestra elementare sospesa nei giorni scorsi dall’insegnamento per maltrattamenti e lesioni volontarie aggravate nei confronti dei suoi alunni.
 
La donna ha presentato stamane una denuncia ai carabinieri che hanno trovato tre fori di proiettile sulla porta-finestra d’ingresso alla casa.
 
Il fatto sarebbe avvenuto dopo l’una del mattino. Come riferito ai militari dell’Arma, l’insegnante ha sentito gli scoppi ma non vi ha dato troppo peso.
 
Soltanto questa mattina l’insegnante avrebbe notato i fori dei proiettili e si è recata a sporgere denuncia.
 
La donna  "Non parla e non rilascia dichiarazioni" perché "è distrutta e ha paura per la sua vita" e "durante la denuncia ha pianto tutto il tempo", come  ha riferito l’avvocato Orazio Consolo, legale della maestra.
 
"La violenza non si combatte con altra violenza – ha commentato il sindaco di Aci Catena Nello Oliveri – e noi condanniamo fortemente l’atto che offende la città le istituzioni scolastiche. In un paese civile non si fa giustizia da soli".
 
"Lo sconsiderato gesto di inaudita violenza ci disgusta e ci lascia sgomenti" hanno scritto in una nota il vice presidente del Consiglio comunale di Aci Catena Giuseppe Aleo e i consiglieri.
 
"Ferma condanna e indignazione" anche dai genitori degli alunni che hanno denunciato l’insegnante. "Ci siaMo rivoltI alle Istituzioni per avere giustizia, seguendo le vie legali. E anche adesso chiediamo che venga fatta giustizia per la maestra, oltre che per i nostri figli".
 
L’insegnante venne interdetta per un anno dal servizio dal Gip di Catania.
 
L’indagine dei carabinieri fu avviata dopo le denunce di genitori dei bambini e si era avvalsa di intercettazioni e di videoriprese delle lezioni nella classe dall’insegnante.
 
La settimana scorsa un gruppo di genitori protestò davanti la scuola del Catanese dove la maestra insegnava. Alcune madri accusavano l’insegnante di "essere un mostro…", contestando il provvedimento adottato, ritenendolo insufficiente: "doveva andare in carcere, altro che sospensione…".