Messina – Due domande agli aspiranti sindaci

MESSINA – Ultima settimana di campagna elettorale per i sette candidati alla poltrona di sindaco, impegnati a utilizzare ogni strategia per guadagnare terreno sugli avversari.
In cosa ognuno pensa di poter fare la differenzia rispetto agli altri?
”Competenza, coraggio, determinazione ed esperienza” Sono i tratti distintivi che si attribuisce Cateno De Luca, espressione di liste civiche. “Ma ancora di più mi distingue dagli altri – ha aggiunto – la mia libertà di azione, perché non ho avuto mai a che fare con consorterie politiche messinesi”
 
Gaetano Sciacca, candidato per il Movimento 5 stelle sottolinea le qualità che ritiene di avere dimostrato nell’esperienza professionale, nell’amministrare e portare a termine progetti. “Messina – ha affermato – ha bisogno di onestà e trasparenza. Con noi c’è la più grande forza politica della Regione e del Paese”.
 
Placido Bramanti del centrodestra parla del legame con la città, concretizzato dalla sua attività in ambito sanitario. “Non ho secondi fini – ha detto – e non ho bisogno della politica per lavorare. Da sindaco utilizzerò le mie competenze di manager”.
 
Giuseppe Trischitta punta sulla sua esperienza di consigliere comunale e sulla conoscenza della macchina amministrativa. “Mi distinguono – ha sottolineato – onestà, competenza e capacità. Non mi vendo e non compro. Messina deve liberarsi dagli incompetenti e da chi rappresenta i centri di potere”.
 
Chiede ai messinesi la riconferma, invece Renato Accorinti. “Abbiamo iniziato un ‘cambiamento dal basso’ – ha riferito – favorendo il diritto contro il clientelismo. La città non può più tornare indietro. Ho dimostrato che si possono ottenere risultati, senza favori e senza avere assessori indicati dai partiti”.
 
Emilia Barrile, presidente del Consiglio comunale uscente si dice “l’unica a conoscere la macchina amministrativa”, sottolineando come ritenga un’altro suo punto di forza essere cresciuta in un rione popolare. “Porterei a Palazzo Zanca – ha spiegato – soprattutto le istanze delle periferie, ignorate dalla politica tradizionale”.
 
Il candidato del centrosinistra Antonio Saitta ha parlato invece di “una proposta politica unitaria ampia, che punta sulla competenza, sull’attaccamento alla città, sull’esperienza professionale e sul realismo, a differenza di campagne elettorali urlate, declinate su temi demagogici e irresponsabili”.
 
Ma qual è il provvedimento che i candidati sindaco considerano prioritario una volta eletti?
Per De Luca, è necessario dare autorità e autorevolezza alla figura del sindaco. “I messinesi – ha detto – hanno perso fiducia nelle istituzioni municipali e bisogna dare una scossa forte intervenendo sull’organizzazione della macchina amministrativa”.
Sciacca, invece, ha spiegato che “la prima cosa che farò è il taglio del mio stipendio e di quello della Giunta, il primo passo simbolico della nostra lotta agli sprechi. Altra priorità è poi frenare la fuga dei giovani, rendendo attrattiva questa città e creando lavoro”.
Per Bramanti la parola d’ordine è risanamento, iniziando con lo sbaraccamento totale in tanti quartieri della città. “Ho visto – ha riferito – che ci sono realtà nelle quali si vive oltre il limite della decenza e in condizioni inaccettabili”.
Trischitta, qualora eletto, nei primi 15 giorni ha promesso di occuparsi, con interventi straordinari, di strade e decoro urbano. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – urge il riordino degli uffici comunali per fare ripartire la macchina amministrativa e procedere con i progetti di sviluppo”.
L’uscente Accorinti ha anticipato invece l’intenzione di riproporre il Piano di riequilibrio spalmato, bocciato dal Consiglio comunale, “per recuperare 25 milioni di euro tra il 2019 e il 2020 e migliorare i servizi”.
Il primo atto di un’eventuale Amministrazione Barrile sarà invece “un censimento delle baracche e degli alloggi disponibili per l’assegnazione”. Un prerequisito questo per il risanamento che andrebbe di pari passo con il ripristino dell’Ufficio programmi complessi, per intercettare nuovi finanziamenti.
Saitta ha anticipato invece di voler puntare su politiche per la creazione di posti di lavoro per frenare la grave emorragia di giovani. “Bisogna dare – ha affermato – nuove prospettive di sviluppo, perché su questa città si possa ancora scommettere e si possa costruire il futuro”.