Governo: Gentiloni, “Troppi comizi dei ministri”

"Vedo un po’ troppi comizi da parte di ministri che hanno responsabilità di governo straordinarie".
 
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio fino a meno di una settimana fa, a Catania, dal Palco della Vecchia Dogana dove ieri è intervenuto a una manifestazione per sostenere il candidato sindaco Enzo Bianco, ha fortemente criticato il governo Conte – o meglio, i veri capi dell’esecutivo pentaleghista, ossia Di Maio e Salvini – in particolare riguardo alla loro scelta di comunicare piuttosto che governare.
 
"Sono – ha detto – un po’ preoccupato. Siamo alle parole, agli annunci, ai comizi".
 
"Ho smesso di fare il Presidente del consiglio da cinque giorni – ha ricordato – e in questi giorni sto facendo parecchi comizi, perché chi fa politica fa dei comizi".
 
"Forse però – ha sottolineato – se hai delle responsabilità fondamentali di governo e passi la tua giornata a fare comizi non è esattamente il compito che ti è stato affidato dalle istituzioni".
 
Paolo Gentiloni, che detiene il primato di presidente del Consiglio con il più alto indice di gradimento alla fine del proprio mandato di governo, ha poi lanciato un appello alla cosiddetta middle class italiana, ai moderati, alla borghesia.
 
"Non credo – ha detto, suscitando calorosi applausi – che i moderati italiani, quelli che credono nelle idee liberali, nelle imprese, vogliano affidarsi al comandante Salvini o alle proposte demagogiche dei Cinque Stelle".
 
"Questo governo – ha detto – non farà gli interessi dei moderati, delle persone di buonsenso che abbiamo nel nostro Paese come qui a Catania".
 
"Anche a loro, ai moderati – ha concluso – dobbiamo rivolgerci: non sprecate l’occasione perché è adesso l’occasione. Il dieci giugno e al ballottaggio, se non riusciremo a vincere al primo turno. E’ questa l’occasione per dimostrare che stiamo rialzando la testa e siamo in campo".
 
Oggi intanto Giuseppe Conte, portando con sè i dossier messi a punto dall’amministrazione Gentiloni, debutta nell’impegnativo G7 di Charlevoix, in Canada, con sul tappeto molte scottanti questioni: dazi, Iran, clima e rapporti con la Russia.
 
Nonostante i dossier, la linea politica italiana potrebbe essere già da subito diversa, infatti, da Roma, Salvini apre alla linea Trump sui dazi e Di Maio riafferma che il governo italiano "non sarà supino a volontà di altri governi".
 
 
In Canada Conte avrà anche i suoi primi incontri bilaterali, a cominciare da quelli con Angela Merkel e Jean Claude Juncker.
 
Ieri a presiedere il Consiglio dei ministri è stato Matteo Salvini, poi accolto da protagonista al ricevimento per la festa dell’Indipendenza nell’Ambasciata russa a Roma.
 
Salvini si è intrattenuto per mezz’ora in privato con l’ambasciatore Sergey Razov.
 
Sulle sanzioni alla Russia il leader della Lega, che non ha mai negato le simpatie per Putin, ha detto che il governo italiano ha "le idee chiare" e ha rilanciato su dazi, migranti e sicurezza.
 
Luigi Di Maio, intanto, all’assemblea della Confcommercio, cerca di rassicurare l’Italia affermando "che l’Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate".