Standard di efficienza significa, a sua volta, che la produzione di ogni servizio deve essere improntata alla migliore combinazione di tutti gli elementi necessari al servizio: figure professionali, strumenti, logistica, risorse finanziarie. La cattiva combinazione di questi elementi fa uscire i servizi fuori dallo standard di efficienza, cosa che dovrebbe comportare responsabilità professionali e patrimoniali del dirigente preposto al servizio.
Tali responsabilità sono ben definite con l’ultimo decreto legislativo (150/09) col quale al dirigente pubblico viene data una nuova denominazione di Datore di lavoro pubblico (art. 34). Con questa definizione, la legge ha voluto assimilare la figura del dirigente a quella del Datore di lavoro privato. Il citato D.lgs. ha inserito anche l’obbligo di trasparenza con la pubblicazione sul sito di ogni ente di curricula completi e compensi di ogni genere per i dirigenti, nonché la pubblicazione degli obiettivi e dei risultati conseguiti.
I 390 Comuni siciliani e le 9 Province regionali saranno obbligati a rivedere le piante organiche, cosa che dovranno fare in immediata successione alla redazione del loro Piano industriale, o meglio Piano organizzativo per la produzione dei servizi, in modo da adeguarsi ai costi standard e agli standard di efficienza. Solo l’adeguamento a tali parametri potrà fare acquisire a ogni ente il carattere di virtuoso, facendogli abbandonare quello di vizioso.
La Regione saprà dunque quanto trasferire a ogni ente locale in base alla dose di virtù posseduta, sanzionando la parte di vizio che ancora qualche sindaco o presidente di Provincia volesse perpetuare.
L’autonomia del nostro Statuto costituzionale deve essere la nostra forza e non la nostra debolezza. La forza derivante dalla capacità di dimostrare che siamo bravi nell’amministrare la Cosa pubblica, che innoviamo il sistema economico, che selezioniamo i migliori talenti da utilizzare in tutte le organizzazioni, che siamo insomma capaci di fare più e meglio di ognuna delle altre 19 regioni italiane.
L’orgoglio dei siciliani deve essere quello di farci apprezzare per quello che sappiamo fare e per quello che facciamo, senza ampollosità, pomposità e inutili parole, di cui tutti i siciliani hanno piene le tasche.