Redditi: Sicilia 22.760 euro, Lombardia 38.290 euro

PALERMO – I siciliani sono tra i più poveri d’Italia. A decretare questa desolante verità sono gli ultimi dati disponibili sul reddito medio delle persone fisiche relativi al 2016 e resi noti dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.
 
Con i suoi 22.760 euro, l’Isola raschia il fondo della classifica, a pari “merito” con Campania (22.630 euro) e Puglia (22.520 euro) e “migliore” solo rispetto a Basilicata (21.740), Molise (20.390) e Calabria (19.280). Davanti all’Isola si piazzano la Sardegna (24.150 euro), le regioni centrali e, neanche a dirlo, quelle settentrionali.
 
Rispetto all’anno precedente, poi, ha riportato un incremento di appena 430 euro: nulla a che vedere con i 2.010 euro di reddito medio in più registrati in Lombardia.
 
Le regioni del Centro e del Nord registrano tutte dati nettamente superiori: dai 26.380 euro dell’Umbria ai 34.400 dell’Emilia-Romagna, dai 30.620 del Lazio ai 39.120 del Trentino-Alto Adige, i numeri evidenziano una distanza che pare incolmabile tra il ricco e progredito Nord e il povero e frenato Sud. Un quadro, questo, che non fa altro che confermare la divisione persistente da anni tra le due Italie.
Tra i comuni siciliani capoluogo a registrare la cifra più alta è Palermo, che nonostante un reddito medio di 25.840 euro è ben distante dalla media nazionale, che si attesta sui 30.360 euro. Enna invece riporta il dato isolano più sconfortante: 18.800 euro. Meno della metà di quanto dichiarato nel comune più “ricco” d’Italia, Milano che nel 2016 ha sfiorato i 43.000 euro, e non molto lontano dal capoluogo più “povero” della Penisola, Crotone (18.170 euro).
 
Qualcosa pare muoversi: risale allo scorso 19 giugno il via libera da Camera e Senato alla proposta di risoluzione di maggioranza relativa al Documento di programmazione economica finanziaria 2018. Tra i punti principali di tale risoluzione, oltre all’intricato tema fiscale, c’è spazio anche per i redditi: come ha evidenziato il capogruppo grillino alla Camera Federico D’Incà nella sua relazione, la maggioranza si impegnerà infatti nel “sostegno ai redditi più bassi”.
Come ancora non è chiaro ma – si sa – la speranza è l’ultima a morire.
 
Sicilia, fanalino di coda d’Italia
Le cifre relative al reddito medio delle persone fisiche nelle regioni della Penisola parlano chiaro: la Sicilia è il fanalino di coda d’Italia e non eccelle neanche tra le “sorelle” del Mezzogiorno.
Meglio dell’Isola, infatti, fa la Sardegna (24.150 euro a fronte dei 23.000 scarsi dell’Isola). E sebbene sia in testa rispetto alle altre regioni, da Basilicata, Puglia e Campania, la separano soltanto una manciata di euro.
 
L’abisso che ci separa dal Nord
Con i suoi 22.760 euro, la Sicilia resta sempre un passo indietro rispetto alle cugine settentrionali: rispetto alla media del reddito delle persone fisiche relativa all’ultimo anno disponibile (il 2016), l’Isola è infatti lontana anni luce da Veneto (34.100 euro) e da Lombardia, che supera i 38.000 euro. La distanza che la separa dalle due regioni del Nord è netta: ben 11.340 euro dalla prima e addirittura 15.530 dalla seconda. Un abisso, insomma.
 
Milano, capoluogo più ricco d’Italia
Il capoluogo lombardo si conferma il più ricco d’Italia: con una media di ben 42.960 euro nel 2016, Milano resta infatti alla guida della graduatoria nazionale, mantenendo intatto il primato dell’anno precedente – il 2015 – quando il suo reddito medio superava abbondantemente i 40.000 euro.
Rispetto a dieci anni prima, la crescita registrata è sorprendente: +7.460 euro. Dai 35.500 euro del 2006 è infatti passata ai quasi 43.000 nel 2016, con un incremento del 21 per cento.
 
Si allarga la forbice Nord/Sud
Se il reddito delle persone fisiche nelle regioni del Sud arriva in media a 22.180 euro, in quelle del Nord raggiunge invece la cifra di 34.540 euro: una discrepanza di ben 12.360 euro. Dieci anni prima quella stessa differenza ammontava a 13.600. Il lieve recupero registrato dal Meridione non basta ad eguagliare i livelli raggiunti dalle cugine settentrionali: la vetta è ancora lontana.
Il quadro è parimenti allarmante se si guarda ai dati regionali relativi al 2006: mentre l’Isola si fermava a 20.400, il Veneto registrava circa 29.300 euro e la Lombardia ben 33.300 euro. Ciò vuol dire che, in dieci anni, l’Isola ha avuto un aumento di soli 2.360 euro, mentre Veneto e Lombardia hanno doppiato l’incremento siciliano: la prima è a +4.800, i lumbard sfiorano addirittura i 5.000 euro.
I numeri ci consegnano dunque una triste realtà: la forbice Nord/Sud non accenna a restringersi.