Contenzioso tributario, in Sicilia istanze pendenti aumentano del 2,93%

PALERMO – Continua il trend positivo, iniziato nel 2012, riguardante le controversie tributarie pendenti, ossia “i ricorsi esistenti ad una certa data per i quali non risulta ancora depositato un provvedimento (sentenza, decreto, ordinanza), che ne abbia determinato la definizione o il rinvio ad altra commissione tributaria”.
 
Nel periodo gennaio-marzo 2018 tali controversie (409.787) si sono ridotte dell’8,51 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
Il dato emerge dal rapporto trimestrale sul contezioso tributario – trimestre gennaio/marzo 2018, reso noto nei giorni scorsi ed elaborato dal Mef (Dipartimento delle Finanze – direzione della giustizia tributaria).
 
Quali dati emergono dal rapporto riguardo all’Isola? L’analisi dei dati sulle sospensioni, aggregati per regione e per area geografica evidenzia che: l’area geografica in cui si riscontra la maggiore percentuale di accoglimento rispetto al totale delle istanze decise nella medesima area è il Nord-Ovest, con il 46,95 per cento, mentre nelle Isole si riscontra la percentuale più bassa (37,40 per cento); l’area geografica in cui si riscontra la maggiore percentuale di valore (“valore del tributo al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate con l’atto impugnato”) accolto rispetto al totale del valore delle istanze decise nella medesima area è il Nord-Ovest con il 69,32 per cento, mentre al Centro si riscontra la percentuale più bassa, con appena il 6,26 per cento; nelle regioni della Campania, Puglia, Sicilia e Toscana le istanze accolte hanno un valore mediamente inferiore a quello delle istanze respinte.
 
Il 78,27 per cento delle decisioni sulle sospensioni è stato adottato entro il termine di 180 giorni dalla presentazione delle istanze. In questo caso, le regioni con le percentuali più alte di istanze definite entro i 180 giorni sono: il Friuli V. G. (100,00 per cento), la Valle d’Aosta (100,00 per cento) e la Lombardia (99,39 per cento).
 
Le regioni con le più basse percentuali di istanze definite entro i 180 giorni sono: la Sicilia (37,57 per cento), la Calabria (59,97 per cento) e la Sardegna (67,52 per cento).
 
Infine, dall’analisi del rapporto, il tributo maggiormente presente nei nuovi ricorsi del trimestre di riferimento risulta essere l’Irpef, con 15.710 atti impugnati, pari al 20,11 per cento del totale degli atti (1° trimestre 2017: 20,40 per cento), seguito da tributi e tasse auto con 10.960 atti, pari al 14,03 per cento (1° trimestre 2017: 10,99 per cento) e dall’Iva, con 10.735 atti, pari al 13,74 per cento del totale (1° trimestre 2017: 12,90 per cento).
 
Mentre, tra gli altri tributi locali, i tributi maggiormente presenti negli atti contestati sono i tarsu/tia, con 9.312 atti, pari al 11,92 per cento degli atti impugnati (1° trimestre 2017: 14,03 per cento); segue l’Ici/Imu, presente in 7.679 atti, pari al 9,83 per cento degli atti impugnati (1° trimestre 2017: 9,20 per cento).
 
Ed ancora, i ricorsi sono presentati per lo più dalle persone fisiche (62,40 per cento), seguite dalle società di capitali (26,11 per cento).
 
In particolare, rispetto al primo trimestre 2017, crescono le liti in cui è parte l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (+50,82 per cento, pari a +155 ricorsi), l’AE-Riscossione (+26,86 per cento, pari a +1.379 ricorsi), gli Enti territoriali (+23,94 per cento, pari a +1.452 ricorsi) e l’Agenzia delle Entrate (+6,65 per cento, pari a +580 ricorsi), parzialmente compensate dalla diminuzione delle cause avviate contro gli altri Enti (-38,19 per cento, pari a -3.231 ricorsi).