PALERMO – Pubblica amministrazione terra di nessuno dove regnano sovrani disservizi, disorganizzazione, disfunzioni di ogni tipo. Quello appena descritto non rappresenta uno scenario apocalittico ma assolutamente realistico, soprattutto in Sicilia dove il Comando regionale della Guardia di finanza a fronte di 8921 persone segnalate ha accertato in Sicilia (2008-2018) danni all’Erario per 3,5 miliardi di euro.
Soldi che sarebbe stato invece opportuno investire per migliorare la qualità dei servizi rivolti ai cittadini ma che invece sono stati presi e letteralmente buttati dalla finestra tra sprechi e illeciti di cui sono responsabili i figli “infedeli” della Cosa pubblica: dirigenti e dipendenti che con la loro condotta irresponsabile se ne sono infischiati dell’interesse generale, violando palesemente l’art. 54 della Costituzione secondo cui “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Disciplina e onore impone, dunque, il Testo fondamentale, ma alle persone che hanno in mano la res pubblica sembra non interessare. Già a febbraio 2018 nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Luciana Savagnone aveva evidenziato che in Sicilia sono raddoppiate le condanne per danno erariale a carico di amministratori e dipendenti pubblici. Ha fornito la cifra dei danni accertati nel 2017 che con 107 sentenze, ammontavano a 14 milioni e 365.800 euro, il doppio dell’anno precedente. Irregolarità riguardo la gestione e l’impiego di contributi comunitari all’imprenditoria e all’agricoltura, spreco di risorse a volte concesse a soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge, attribuzione di incarichi a “esperti” e consulenti, assunzioni illegittime e pagamenti ai dipendenti di emolumenti non dovuti.
Dal rapporto presentato lo scorso venerdì 22 giugno, in occasione del 244° anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di finanza regionale, relativo agli ultimi dodici mesi di attività (giugno 2017 – maggio 2018), emergono ben 9652 indagini avviate dalle autorità giudiziaria e contabile: dalla collaborazione con la Corte dei Conti, solo in questi ultimi mesi, sono emersi 295 casi di danno erariale per 361 milioni e per i quali sono state individuate responsabilità amministrative a carico di 1.505 persone solo in Sicilia.
Ma la Sicilia non fa altro che fare da traino a una situazione che avvilisce e svilisce tutta l’Italia. Dalla relazione del Corpo nazionale della Guardia di finanza relativa agli ultimi 17 mesi di attività si riscontrano a livello nazionale danni erariali per 5 miliardi di euro, contestati nei 40.197 accertamenti effettuati. Una vasta operazione a tutela della spesa pubblica che ha portato a segnalare alla Corte dei Conti oltre 8.462 persone. Tra le segnalazioni sono state scoperte frodi nei confronti del bilancio nazionale e comunitario per oltre 1,5 miliardi ponendo sotto sequestro 816 milioni di euro, dei quali ben 603 in inchieste per corruzione e manipolazione degli appalti.
Proprio nel contesto degli appalti sono state individuate procedure irregolari per un valore di circa 2,9 miliardi che hanno portato alla denuncia di 6.062 persone delle quali 644 finite in arresto.
A completare il quadro in ambito di inchieste per corruzione e appalti irregolari anche le segnalazioni dell’Anac: da inizio anno l’Autorità nazionale anticorruzione ha inoltrato 10 segnalazioni alla Corte dei Conti proprio per danno erariale.