PALERMO – Centinaia di imprese e di disoccupati che restano al palo. Bloccati dalla burocrazia e da un sistema pubblico-privato che non funziona. Ed è anche abbastanza evidente che qualcosa non funziona se si pensa che ben 630 assunzioni, richieste da poco meno di 500 imprese, sono state bloccate dalla Regione nell’ambito dell’apprendistato 2003.
Nel decreto pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 3 aprile scorso, emanato dall’Agenzia regionale per l’Impiego dell’assessorato regionale al Lavoro, le motivazioni della revoca dei finanziamenti sarebbero legate a dei vizi di forma procedurali nella presentazione delle istanze da parte delle imprese.
Ma com’è possibile che così tante imprese siciliane abbiano sbagliato? Tutte sono davvero incapaci di produrre delle documentazioni? Ipotesi abbastanza improbabile. Molto più probabile invece il verificarsi del solito fenomeno: la pesantissima burocrazia che aleggia attorno alla Regione ed alle pubbliche amministrazioni in genere.
Basta sentire i diretti interessati per capire che qualcosa effettivamente non funziona. Prima di tutto manca un dialogo fra le imprese e la Regione. Ad esempio la ditta di Metal inox di Sandro Santangelo di Sciacca non è mai stata avvertita dagli uffici del governo di Palazzo d’Orleans che l’istanza di acceso al contributo non era pervenuta: “è stato un problema legato al servizio postale – ci dicono dall’azienda -, noi abbiamo tutte le carte in regola. Abbiamo presentato l’istanza in tempo e infatti siamo in possesso della ricevuta d’andata della spedizione della documentazione. Abbiamo comunque già risolto tutto e rientreremo tra i beneficiari”. La Metal inox infatti era stata esclusa dal finanziamento: aveva presentato 3 istanze per un totale di 15 mila euro.
Un’altra azienda, la Bonura & Liotta di Caltanissetta non sa nemmeno ancora di essere stata esclusa dal beneficio di 4 mila euro per le 3 istanze di assunzione di apprendistato presentate: “Presenteremo sicuramente ricorso – dice la consulente del lavoro incaricata dall’azienda, Nuccia Emma – perché le nostre carte sono sicuramente in regola. L’iter della domanda è sicuramente farraginoso. Prima infatti si doveva passare dalla Camera di Commercio e si camminava più speditamente. Ora invece che ha avocato tutto a sé la Regione è diventato un problema ed è molto più difficile accedere ai contributi”.
“Effettivamente è così – dice Tiziana Zarcone della Cna di Palermo, che cura proprio il settore dell’apprendistato per conto dell’organizzazione di categoria -. I passaggi burocratici sono cresciuti da quando è la Regione ad espletare questo tipo di servizio”. Ma emerge anche un altro particolare: il problema delle istanze respinte riguarda non solo problemi legati alla presentazione regolare di tutte le documentazioni ma anche alla posizione dell’impresa: “La Regione – dice il segretario provinciale della Confartigianato di Palermo, Marcello Vizzini – non accetta le domande presentate dalle imprese che non sono perfettamente in regola con i versamenti dei contributi. In pratica un’azienda può non accedere anche per un solo euro di mancato versamento. è un vero paradosso se si pensa che queste stesse imprese sono messe in ginocchio dalle pubbliche amministrazioni stesse e dalla Regione in particolare. L’esempio più lampante è proprio questo: si pretende che un’impresa versi i contributi al centesimo, però il governo regionale può prendersi il lusso di pagare con anni di ritardo. Basti pensare all’apprendistato del 2003 che solo oggi viene erogato, a distanza di ben 6 anni. Come si può pretendere che un’impresa sia in regola quando non viene messa in condizione di esserlo dalle stesse istituzioni?”.
Intanto il governo regionale va avanti per la sua strada: con questo decreto ha infatti revocato finanziamenti per 2 milioni e 690 mila 123,35 euro. Fondi che sono stati subito reinvestiti e saranno assegnati effettuando uno scorrimento della graduatoria dei richiedenti dell’apprendistato nel 2003.