Migranti: Bartolo, “In Libia lager, questo è il nuovo Olocausto”

"Prima mi sentivo orgoglioso di essere italiano, oggi non lo posso dire più: questa non è un’invasione, ma un nuovo olocausto".
 
Lo ha detto Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che il mondo conosce come protagonista del film documentario di Gianfranco Rosi Fuocoammare, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino e candidato agli Oscar 2017.
 
Bartolo ha denunciato che sui migranti "vengono raccontate tante menzogne: qua a Lampedusa ne sono arrivati alcuni che venivano dalla Libia: quello che stava meglio pesava 30 chili. Altro che Auschwitz".
 
Per questo motivo i migranti hanno il terrore delle motovedette libiche, eppure il ministro dell’Interno Salvini continua a insistere che devono essere i libici a "salvare" i migranti.
 
Così ha negato l’autorizzazione alla Vos Thalassa, che aveva preso a bordo 67 migranti, ad attraccare nei porti italiani affermando: "Avrebbe dovuto lasciarli alle motovedette libiche che erano state allertate. Il principio è che in acque libiche intergono i libici".
 
Ma poiché essere "salvati" dai libici, equivale a morire di stenti, alcuni dei 67 migranti, vedendo comparire le motovedette del Paese africano, hanno reagito male, minacciando l’equipaggio.
 
Ciò ha consentito al ministro delle Infrastrutture Toninelli di parlare in un tweet di "facinorosi".
 
Come se tentare di salvare la propria vita fosse un crimine.
 
"Dietro il calo drastico degli sbarchi – ha denunciato Bartolo – ci sono autentici lager in Libia. La storia purtroppo si ripete. Ci fanno credere che sia in atto un’invasione, raccontandoci bugie e intanto ci troviamo di fronte a un nuovo Olocausto. Ma il popolo italiano non è cattivo, è solo malignamente informato".
 
 
E le informazioni che giungono dal governo pentaleghista sono contrastanti. Ieri Luigi Di Maio aveva detto: "Le uniche a cui abbiamo detto no sono le Ong, ma i nostri porti sono aperti e stiamo autorizzando pescherecci, cargo e navi militari a salvare le persone in mare e a venire nei nostri porti".
 
Niente di più falso se poche ore dopo Salvini e Toninelli hanno impedito alla Vos Thalassa, nave italiana non appartenente ad alcuna ong, di attraccare in Italia.
 
E dopo i "disordini", è stato autorizzato il trasbordo sulla nave Diciotti della Guardia costiera.
 
Senza però indicare, neanche stavolta, il porto d’attracco.

Una situazione che lascia perplessi poiché i migranti sono ormai su suolo italiano e il loro respingimento è vietato.
 
Si configurerebbe dunque una violazione del diritto internazionale.
 
E appare inoltre improbabile he altri Paesi europei possano accettare di accogliere migranti salvati da una nave italiana e ora a bordo di un mezzo militare italiano.
 
Oggi a Lampedusa, accompagnato dal sindaco Totò Martello, si è recato il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha dichiarato: "Lampedusa è l’isola dell’accoglienza nonostante al momento i porti siano chiusi, ma questo è un problema che deve essere affrontato da tutta l’Europa".
 
Meno politico Bartolo: "Per oltre 25 anni noi italiani non abbiamo mai messo un filo spinato o un muro. E in questo abbiamo fatto la storia e siamo diventati veramente campioni del mondo. Ma adesso abbiamo alzato due muri: uno in Libia con gli accordi di governo e un altro, monumentale, di paura e d’odio. Mi dispiace perché l’Italia non è questa".