CATANIA – Una città divisa a metà. Questa la prima conseguenza dell’ordinanza anti bivacco emessa dal neo sindaco Salvo Pogliese. Una decisione, tra le prime prese dal primo cittadino eletto lo scorso 10 giugno, che ha letteralmente spaccato la comunità in due, tra chi contesta il contenuto del documento emesso da Palazzo degli Elefanti e chi, al contrario, plaude all’iniziativa volta principalmente, secondo le parole dello stesso Pogliese, a riportare decoro e sicurezza in centro.
Una posizione spiegata alla città in più occasioni, nelle quali il sindaco ha evidenziato prima la volontà di contrastare maggiormente writers e vandali che, più volte, si sono resi protagonisti dell’imbrattamento e danneggiamento di palazzi, fontane e monumenti della città, e di rispondere alle richieste di sicurezza di una parte della popolazione – concentrata in particolare in corso Sicilia e nelle vie adiacenti.
“Ogni cosa è discutibile – afferma il primo cittadino dalla propria pagina Facebook – purché si rimanga nel merito e non si deragli sul binario delle suggestioni o peggio ancora delle falsità, messe in circolo ad arte per ragioni di bassa lega politica. Perché è esattamente quello che qualcuno sta tentando di fare sull’ordinanza destinata alla tutela della sicurezza urbana e decoro nel territorio – che semplicisticamente viene chiamata anti bivacco – deviando le ragioni che hanno determinato l’adozione del provvedimento (che rivendico totalmente) verso una narrazione irreale e fuorviante”.
Il riferimento è alle critiche, a volte molto accese, sugli effetti dell’ordinanza nei confronti dei poveri e degli indigenti costretti, spesso loro malgrado, a dormire per strada o sotto i portici. Una polemica sfociata in una manifestazione pubblica: lunedì sera, un gruppo nutrito di cittadini ha infatti protestato bivaccando simbolicamente in una via centrale della città. Tra loro esponenti di movimenti politici, come Catania bene Comune ma anche privati cittadini, come il professor Antonio Di Grado, tra i più accesi contestatori dell’iniziativa di Palazzo degli Elefanti.
La protesta è nata soprattutto dal passaggio dell’ordinanza nel quale sono previste sanzioni pecuniarie agli homeless o comunque a chi vive da indigente. Senza, dall’altro lato, trovare soluzioni alternative. Che in realtà, l’amministrazione comunale sembra voler percorrere. Ha infatti convocato un tavolo con le associazioni che si occupano di povertà e di assistenza agli indigenti, tra cui la Caritas e la Comunità di Sant’Egiddio, proprio per approntare programmi e soluzioni volti a mitigare quella che sembra una vera e propria emergenza.
“Il provvedimento deve prevedere necessariamente anche una sanzione – sottolinea Pogliese – seppur formale, senza la quale il divieto non sarebbe effettivo; cosa che invece avviene con l’ordinanza e la previsione teorica di sanzione. Noi – lo ripeto – vogliamo togliere i senza tetto dalle strade, proponendo loro un rifugio accogliente e dignitoso; lavorando fianco a fianco con le associazioni di volontariato, che per fortuna hanno compreso lo spirito della nostra iniziativa”.