La Regione si fa in quattro per i precari

PALERMO – Mentre fuori dai palazzi impazza il caos e la rabbia dei 2.800 precari ex Pip a cui è stata stoppata la stabilizzazione dal governo nazionale, dentro le stanze dei bottoni si sta cercando una via d’uscita formale per tentare di trovare la scappatoia e riuscire in qualche modo a garantire (come da sempre si fa in Sicilia, per puro clientelismo) questa procedura.
 
All’interno del governo siciliano si sta battendo una doppia strada: una è quella più immediata e riguarda l’apertura di un dialogo con i ministeri interessati (Lavoro e Pubblica amministrazione) per trovare una soluzione che porti alla stabilizzazione.
 
La seconda potrebbe sfociare nell’apertura di un vero contenzioso: “Il presidente della Regione, Nello Musumeci, – rivela il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Giuseppe Milazzo – mi ha assicurato che scriverà all’Avvocatura per chiedere se ci sono i presupposti giuridici per fare ricorso dinanzi la Corte Costituzionale”.
 
Stiamo parlando di un esercito che a suo tempo era formato da oltre 3 mila lavoratori, che costano 36 milioni di euro l’anno alla Regione, già assoldati dal Comune di Palermo e passati negli ultimi anni nelle mani della Regione perché l’ente municipale del capoluogo siciliano si è trovato in una condizione finanziaria di default.
 
Dall’altra parte poco o niente si fa per i quasi 400.000 disoccupati che restano ai margini del mercato del lavoro in una Sicilia attenta al mantenimento dei privilegi e delle clientele e sempre più lontana dai giovani.
 
Domani troverete l’articolo completo sul Quotidiano di Sicilia insieme alla sezione dedicata (“Il lavoro che c’è”) alle offerte di lavoro per i siciliani competenti.