CATANIA – Se la Sicilia è tra le prime regioni d’Italia per reati ambientali, la provincia di Catania non fa certo eccezione. Questo quanto emerge da Ecomafia 2009, il rapporto di Legambiente sui reati ambientali, dal quale emergono dati sconfortanti. Nel catanese, infatti, i magistrati della Dda lamentano uno “stato di quasi totale inerzia degli apparati investigativi e degli organi preposti ai controlli amministrativi” e una “notevole difficoltà nel coinvolgere la polizia giudiziaria, che non ha permesso di avviare “indagini significative”; quelle che ci sono state sono nate “o per iniziativa dell’ufficio (…) o attraverso l’intercettazione di comunicazioni telefoniche (…)”. Il presidente della Corte d’Appello di Catania, in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario, nel relazionare sull’amministrazione della giustizia, ha affermato che complessivamente dal primo luglio 2007 al 30 giugno 2008 i reati denunciati in violazione della normativa urbanistica e paesaggistica sono numeri allarmanti: 1.740 delitti di cui 24 contro ignoti.
“La realtà etnea soffre di inadeguatezza nell’azione di polizia e di vigilanza – spiega Onofrio Lo Re, procuratore aggiunto Procura della Repubblica di Catania. Quello che permane nella provincia di Catania, dunque, è uno stato di elevato allarme per la diffusione dei reati ambientali, frutto, essenzialmente, della endemica carenza di controlli preventivi da parte delle strutture investigative dei vari organi di polizia giudiziaria. Una denuncia grave, che ormai da anni viene lanciata attraverso le pagine della relazione annuale della Corte di Appello di Catania e che puntualmente cade nel vuoto. Nella relazione si affonda un colpo anche contro l’intreccio politico-affaristico che caratterizza soprattutto i fenomeni di lottizzazione abusiva, nonché le condotte gravemente omissive poste in essere dagli organi delle amministrazioni locali deputati ad applicare le sanzioni repressive previste dalla vigente normativa.
Questi i dati sull’attività di polizia giudiziaria nel periodo di riferimento: 26 denunce all’Autorità per violazioni di norme in materia di demanio marittimo e ambiente (è stato eseguito anche il sequestro d’iniziativa di 9 manufatti realizzati sul demanio marittimo); 352 le comunicazioni di notizie di reato da parte dell’Ispettorato dipartimentale delle foreste che ha anche svolto 47 indagini delegate ed effettuato 68 sequestri, di cui il 31,6% è rappresentato da violazioni normative nei settori dell’urbanistica e dell’edilizia.