Borsellino: Mattarella, “Non smettere di cercare la verità”

"Onorare la memoria del giudice Borsellino e delle persone che lo scortavano significa anche non smettere di cercare la verità su quella strage".
 
Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione del ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelia.
 
 
"A ventisei anni di distanza – ha aggiunto il Capo dello Stato – sono vivi il ricordo e la commozione per il vile attentato di via d’Amelio, in cui hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina".
 
"Borsellino – ha aggiunto Mattarella – era un giudice esemplare: probo, riservato, coraggioso e determinato. Le sue inchieste hanno costituito delle pietre miliari nella lotta contro la mafia in Sicilia. Insieme al collega e amico Giovanni Falcone, Borsellino è diventato, a pieno titolo, il simbolo dell’Italia che combatte e non si arrende di fronte alla criminalità organizzata".
 
"Perseguire la verità sempre e a ogni costo, a partire dall’accertamento giudiziario e sulla trattativa Stato-mafia: solo così lo Stato potrà riconquistare la fiducia dei cittadini" ha detto in aula, ricordando Borsellino, il presidente della Camera Roberto Fico.
 
"Credo – ha aggiunto in via D’Amelio il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho – che tra tutti, magistrati e polizia giudiziaria, si sia diffusa la consapevolezza che la nostra democrazia ha come pilastro una Giustizia capace di arrivare alla verità e chiarire i punti oscuri".

"Non guardo se la piazza è piena o mezza vuota, queste cose non mi interessano l’importante che la gente giusta partecipa" aveva poi detto Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso e fondatore del Movimento Agende Rosse, sottolineando la presenza del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e della presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Sarti, entrambi grillini.
 
Stamattina in un’intervista al blog delle stelle Salvatore Borsellino aveva dichiarato: "Mi aspetto molto da quei ragazzi che una volta mi invitarono a Pomigliano d’Arco. Luigi Di Maio allora era un ragazzino. Dal nuovo Governo mi aspetto verità e giustizia, che riesca a dare una svolta: hanno dei poteri immensi, la Commissione antimafia può accedere agli archivi, può interrogare persone senza l’autorizzazione della magistratura".
 
In piazza, rivolgendosi a Bonafede, Salvatore Borsellino ha aggiunto: "Abbiamo bisogno di chi apra gli archivi dei servizi segreti per trovare questa agenda rossa. Io, ministro, voglio fatti e spero che vi attiverete. Questa che chiamano seconda Repubblica ha un peccato originale: le stragi di Capaci, di via D’Amelio, di via dei Georgofili. Non può essere democratico un Paese che ha le fondamenta sporche di sangue".
 
"Mi faccio promotore di vagliare la richiesta per dare risposte alla richiesta degli atti del Sisde" ha risposto il ministro Bonafede.
 
"Non deluderemo le sue aspettative" ha aggiunto Giulia Sarti, Presidente della commissione Giustizia alla Camera, ricordando di aver "aderito al Movimento Agende Rosse fin dal momento della sua costituzione nel 2009".
 
Intanto il presidente della Regione Nello Musumeci ha annunciato su Facebook che stasera, come ogni anno, parteciperà alla fiaccolata in memoria di Borsellino e della scorta.
 
"Con la consapevolezza di rappresentare, quest’anno – ha scritto – lo stato d’animo di condivisione dell’intera comunità siciliana".
 
In mattinata, durante un momento di preghiera nella Chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria, a Palermo, la prefetto della città Antonella De Miro aveva detto: "L’esempio di Paolo e di coloro che sono morti vittime della mafia, a difesa della giustizia e verità, devono dare alle nostre istituzioni forza in difesa della legalità".
 
Durante la funzione religiosa don Cosimo Scordato, il parroco, aveva ricordato Borsellino e gli agenti della scorta, citando anche alcuni episodi della vita del magistrato, solito frequentare la parrocchia.
 
"Quando assisteva alla messa – ha detto don Cosimo – era quasi una presenza invisibile, si metteva in ginocchio in segno di dedizione nei confronti del Signore".
 
Don Cosimo poi aveva indicato ai fedeli, una statuetta della Madonna, donata alla chiesa del quartiere dell’Albergheria da Agnese Borsellino, la moglie defunta del magistrato, a nome della famiglia, sistemata nel lato destro della chiesa.
 
E al termine della funzione religiosa aveva letto un bigliettino scritto dalla figlia di Manfredi Borsellino, il secondogenito del magistrato, presente alla messa: "Caro nonno mi dispiace per il 19 luglio 1992. Certo se tu fossi vivo avresti capito quanto ti coccolerei. Ti voglio bene. La tua nipotina Fiammetta Borsellino".
 
Il messaggio era accompagnato da un disegno che raffigurava un grande cuore.