I più giovani, che comunque con questo percorso non vi arrivano, avranno avuto abbondante tempo per trovare altre soluzioni lavorative. Dunque, il caso Termini è risolvibile senza umiliarsi. Il Governo Lombardo chieda con forza l’applicazione della legge Alitalia per risolvere il giustissimo problema dei dipendenti diretti e indiretti, ma pensi con grande determinazione a un progetto di ampio respiro e di alto profilo, come abbiamo più volte suggerito, per trasformare il territorio verso l’industria blu (turismo), nel quale si potrebbero convertire professionalmente i lavoratori di Termini.
Vorremmo non sentire più parlare di questa vicenda, nè della disperazione di tanti dipendenti che si arrampicano sui tetti e sulle gru, giustamente, per proteggere la sopravvivenza loro e dei propri cari. Non è tentando inutilmente di forzare la mano a Marchionne che il problema si risolve.
La strada delle cordate per costruire ipotetiche auto ecologiche in collaborazione con ipotetici costruttori indiani (o pellerossa) è abbastanza lontana dalla concretezza, mentre tutti i dipendenti continuano a sopravvivere a malapena con le loro buste paga dimezzate, lavorando due settimane al mese, anche se la differenza viene compensata dalla Cassa integrazione.
Interpelliamo direttamente l’assessore al Turismo, Nino Strano, affinché insedi una task-force per lo studio e la realizzazione in tre mesi di un progetto complessivo relativo a insediamenti turistici nel territorio di Termini Imerese, tenuto conto che colà può essere realizzato anche un porto turistico. Il progetto ovviamente deve prevedere anche campi da golf e villaggi e dev’essere portato in giro per il mondo in una road-show che attiri concretamente l’interesse di investitori, senza escludere quelli italiani. Chi offre di più, vince.
Resta il nodo della proprietà Fiat. Su questo punto il Governo regionale deve mostrare i muscoli, chiedendo che tutto il territorio venga messo a disposizione del progetto turistico a un prezzo simbolico, tenuto conto degli innumerevoli finanziamenti che la fabbrica ha ottenuto nel corso dei decenni. E siamo convinti che di fronte a una richiesta ragionevole, Montezemolo e Marchionne non farebbero gli avari. La soluzione prospettata è cristallina. Attendiamo risposte o una soluzione migliore, purché sia produttiva di ricchezza e non di lamenti umilianti.