Migranti: Diciotti, Salvini torna sui suoi passi

Ieri il ministro dell’Interno Salvini aveva sfidato la Procura di Agrigento che aveva aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona affermando, "Sono qua, non sono ignoto, processatemi". Per questa presa di posizione era stato definito "bullo da quattro soldi" dal segretario Dem Maurizio Martina.
 
Oggi, mentre i 150 migranti hanno trascorso un’altra notte all’addiaccio sul ponte della Diciotti ormeggiata nel Porto di Catania,  Salvini è tornato sui suoi passi: "Se c’è qualche procuratore che mi vuole interrogare, sono pronto a spiegare le mie ragioni".
 
 
Ma i procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha chiarito che "Eventuali valutazioni penali sarebbero di competenza del Tribunale dai ministri".
 
Già ieri la Procura agrigentina, nell’annunciare di aver aperto un’indagine per sequestro di persona e arresto illegale sul trattenimento a bordo della nave Diciotti dei 177 migranti soccorsi dalla Guardia Costiera, aveva specificato come l’inchiesta fosse, per il momento, a carico di ignoti e che le ipotesi di reato inizialmente previste avrebbero potuto essere modificate in base a valutazioni normative ancora in evoluzione vista la complessità del caso.
 
"Per fare un’ispezione – ha spiegato Patronaggio – era tecnicamente necessaria l’apertura del fascicolo per sequestro di persona e arresto illegale. Ma la valutazione tecnico giuridica e l’individuazione degli eventuali responsabili è complessa e mi riservo ogni ulteriore decisione da adottare dopo le indagini che ho delegato alla Guardia costiera".
 
"La politica e l’alta amministrazione – ha aggiunto – sono libere di fare le scelte che ritengono opportune. Alla magistratura resta la valutazione giuridica di quanto avviene, su sfere e ambiti diversi. Ovviamente qualsiasi limitazione della libertà personale deve fare i conti con norme e regole della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo, della Costituzione, del Codice penale e del Codice di procedura penale. Non si scappa".
 
Con i giornalisti il magistrato ha parlato poi della situazione trovata a bordo della Diciotti: "I migranti sono quasi tutti affetti da scabbia, una realtà devastante, a cominciare dai cattivi odori che ti restano addosso".
 
Il magistrato ha raccontato di esser stato accompagnato da un appuntato che, mai stato a contatto con la dolorosa realtà dei migranti, ne è rimasto letteralnente sconvolto: "Dottore dal vivo cambia tutto, ci sono cose che non possono essere raccontate dai giornali…".
 
Intanto il Garante delle persone detenute e private della libertà, del quale una delegazione sarà oggi su nave Diciotti su cui da giorni si trovano 150 migranti, è pronto a presentare una comunicazione in Procura ad Agrigento qualora rilevasse situazioni che testimonino una violazione dei diritti.
 
Per l’organismo garante si tratta di un atto dovuto muoversi in questo senso tutte le volte in cui si rilevano condizioni di violenza o trattamento inumano.
 
In questo genere di comunicazione non si riferisce di possibili reati, cosa che spetta alla Procura, ma si fornisce una descrizione di quanto osservato e rilevato per fornire uno strumento di valutazione ai magistrati.