Come trasformare i mestieri tradizionali in attività imprenditoriali 4.0

LIGNANO SABBIADORO (UD) – Dal recupero di antichi mestieri che fanno parte della tradizione culturale italiana, possono nascere importanti opportunità lavorative e significative speranze per una ripresa il mondo dell’artigianato che durante gli anni della crisi (2009-2017) ha perso oltre 400mila posti di lavoro e 140mila aziende.
 
Servono, però, molta passione, grande studio e impegno, la capacità di rendere unico il proprio lavoro, una forte propensione al marketing e alla comunicazione e, per quanto possa suonare strano, anche la conoscenza e la capacità di utilizzare al meglio le nuove tecnologie.
 
Lo hanno affermato i relatori intervenuti al quarto e ultimo appuntamento dell’ottava edizione di Economia sotto l’ombrellone svoltosi al Beach Aurora di Lignano Pineta sul tema “Occasioni di lavoro dal recupero di antichi mestieri” che ha visto intervenire la corniciaia laureata in restauro dei beni culturali Vincenza Crimi, il restauratore diplomato all’Accademia di belle arti Michele Della Mora, specializzato nel restauro di libri e stampe antiche, e il dirigente d’azienda che ha fondato e dirige lo Scriptorium Foroiuliense – Scuola Italiana Amanuensi, Roberto Giurano, moderati dal giornalista e responsabile editoriale Nord-Est di Eo Ipso, Carlo Tomaso Parmegiani
 
«I nostri – ha spiegato Della Mora – sono mestieri di nicchia e non privi di difficoltà, ma possono dare grandi soddisfazioni personali e lavorative. Bisogna, però, avere anche molto chiaro che le nostre sono attività imprenditoriali e che, quindi, devono produrre reddito. In tal senso è fondamentale riuscire ad affiancare la pura attività artigianale a una capacità di consulenza al cliente aiutandolo e orientandolo nelle proprie scelte. Nel campo del restauro, bisogna, poi, anche essere capaci di distinguersi facendo sì che i restauri che si portano avanti non siano solo tecnicamente ineccepibili, ma anche belli a vedersi. Serve, inoltre – ha proseguito –, anche sapere essere sufficientemente veloci nel rispondere alle richieste della clientela, ma facendo al contempo comprendere quanto impegno, studio e cura per i dettagli ci debba essere dietro le nostre attività. In questo modo si possono dare risposte adeguate alle esigenze dei clienti, giustificando contemporaneamente i costi dei nostri servizi che non possono essere competitivi con quelli di attività industriali».
 
«Nei suoi cinque anni di attività, la nostra scuola – ha raccontato Giurano, che dirige uno “Scriptorium” per moderni calligrafi – ha formato 980 allievi provenienti da tutto il mondo. Alla base del nostro successo e degli insegnamenti che impartiamo ai nostri allievi di c’è lo stimolo alla voglia di fare e di dimostrare di saper fare che tutti noi ci portiamo dentro. Serve, poi, un approccio imprenditoriale anche a questi mestieri antichi.
 
L’amanuense “4.0”, infatti, deve essere un imprenditore capace non solo di ripagarsi i costi, peraltro contenuti, del periodo di formazione, ma di fare dell’antico mestiere imparato un’attività non hobbistica, ma capace di dare importanti soddisfazioni economiche. Per fare questo uno degli aspetti fondamentali è riuscire a proporre al mercato la propria unicità. La nostra scuola, che oggi “vanta” numerosi tentativi di copiatura, è stata la prima a recuperare l’antico mestiere dell’amanuense ed è l’unica ad avere un marchio che si è affermato internazionalmente. Questo ci consente di essere sempre un passo davanti agli altri e, quindi, di poterci affermare progressivamente sul mercato».