Razzismo: gambiano pestato a Piazza Armerina dopo la visita del Papa

A Piazza Armerina, la mattina il Papa aveva incontrato quarantamila persone parlando delle "diverse problematiche che limitano la serenità di questo territorio".
 
La sera, nella città dell’Ennese famosa per i mosaici della Villa del Casale, un giovane gambiano, Jallow Salife, 23 anni da due in Italia ospite di una comunità gestita dall’associazione Don Bosco, è stato pestato a sangue.
 
A picchiarlo selvaggiamente lasciandolo sanguinante in terra è stato prima un giovane, più o meno suo coetaneo, che gli ha stretto le mani intorno al collo e poi altri due ragazzi che hanno sferrato calci e pugni in ogni parte del corpo.
 
Il migrante, con il volto tumefatto, i denti rotti, ha dovuto rialzarsi da solo e ha attraversato il paese nell’indifferenza della gente prima di raggiungere il commissariato di Polizia da dove è stato accompagnato in ospedale.
 
 
I poliziotti hanno chiamato poi la responsabile del centro, Samantha Barresi.
 
Proprio la donna – che ha sporto formale denuncia – ha raccontato quanto accaduto.
 
"In questi giorni – ha detto – nella villa Comunale ci sono alcuni stand per le degustazioni e Jallow era uscito con un suo amico per fare una passeggiata da quelle parti. Verso le 21.30 si era allontano per fare una telefonata, quando un ragazzo di circa 25 anni lo ha aggredito stringendogli in collo e buttandolo a terra".
 
"Poco dopo – ha raccontato – sono sopraggiunti altri due che hanno cominciato a sferrare calci e pugni e l’hanno lasciato a terra sanguinante, senza che nessuno lo aiutasse. Nelle condizioni in cui l’avevano ridotto non era neanche in grado di parlare".
 
"Non è la prima volta – ha denunciato la responsabile del centro – che avvengono atti di razzismo a Piazza Armerina. Tutto fa pensare che esista in questa città un gruppo di persone che intimidisce i migranti".
 
Il giovane aggredito nel suo paese faceva il sarto.
 
Nei due anni trascorsi in Italia ha frequentato un percorso di alfabetizzazione e oggi è inserito in un progetto di lavoro in sartoria.
 
Pur essendo musulmano, Jallow, insieme ad altri migranti del centro, ieri mattina era stato a vedere e sentire Papa Francesco.
 
Di buon mattino aveva preso posto, assieme ad altri migranti dei tre centri gestiti dalla Don Bosco, lungo una strada principale dove Bergoglio sarebbe passato.
 
Il Papa aveva rallentato quando aveva visto quel gruppo di persone di colore.
 
I migranti, grazie al lavoro dei pasticceri del centro dove alloggiano, avevano preparato e portato al Papa una torta lunga due metri con su disegnato due mani che si toccano, una bianca e una nera.