Catania – Cultura, parla l’assessore Mirabella: “Manca la comunicazione al turista”

CATANIA – Valorizzazione delle bellezze e delle peculiarità artistiche della nostra città facendo rete con le varie anime del mondo produttivo al fine di avere una città accogliente e a misura di turista. Potremmo riassumere così le intenzioni dell’amministrazione comunale e, in particolare, dell’assessore alla cultura Barbara Mirabella. A pochi mesi dalla sua nomina l’abbiamo intervistata per capire qual è la situazione trovata al suo insediamento, ma soprattutto cosa intende e può fare per il futuro.
 
"A parte la condizione finanziaria che grava sul nostro Comune stiamo innanzitutto facendo una fotografia di ciò che è la situazione attuale sia per quanto riguarda la rete museale che per la programmazione delle iniziative", dice.
 
L’assessore alla Cultura, Barbara Mirabella
 
Anzitutto, attacca l’assessore, “manca un coordinamento informativo per la comunicazione al turista: dagli orari ai biglietti, non c’è alcuna accoglienza nella nostra città. Ecco perché abbiamo già avuto degli incontri sia con l’Università che con la Soprintendenza. Vogliamo creare una rete unica di informazione nei confronti di chi vuole fruire dei beni architettonici e monumentali della nostra città", spiega Mirabella.
 
Al centro di tutto si vuole mettere la rete museale etnea, ma anche quelli che potrebbero essere definiti brand etnei immateriali come Vincenzo Bellini e Giovanni Verga. "Stiamo rivedendo con grande attenzione tutte le scelte fatte su alcune mostre che, se è vero che in qualche modo sono uno strumento perché portano nelle casse della città degli introiti, vogliamo stare molto attenti nel merito dei contenuti che offriamo", dichiara.
 
Nessun pericolo di blocco per ciò che è in corso, ma la strategia dell’amministrazione guidata da Pogliese non punta all’estero come ha fatto quella precedente. "Noi vogliamo che il nostro patrimonio artistico, immenso e impolverato, del castello Ursino trovi spazio", spiega. Non solo. Catania non si tira indietro neanche dal progetto sul Kouros di Leontinoi che vuole unire la testa di proprietà di Catania con il corpo del museo di Siracusa. "Se fosse chiaro che sono parte della stessa statua sarebbe una scoperta eccezionale che consentirebbe di dare ulteriore lustro alle meraviglie che custodiamo all’interno del nostro museo. Noi infatti auspichiamo che il pubblico catanese possa vederli insieme almeno per un periodo. Non esiste un’offerta culturale singola, ma c’è sempre da lavorare in sinergia con altre realtà", sostiene l’assessore Mirabella.
 
Nell’ottica della collaborazione, oltre al tentativo di "intercettare anche scambi internazionali, abbiamo partecipato per la prima volta dopo tantissimi anni, a una riunione dei 13 Comuni della Val di Noto per la valorizzazione dei siti Unesco", aggiunge l’assessore. Si ha anche voglia di intercettare i talenti locali, magari farli tornare a casa se costretti altrove, il tutto con l’aiuto di mecenati che si sarebbero già proposti per sviluppare attività culturali a Catania.
 
In quest’ambito si inserisce anche il Capodanno che però rimarrà ancora un segreto, almeno per un po’. "Ho già delle idee ma non voglio svelarle se prima non vanno in porto", annuncia Mirabella.
 
Capitolo a parte merita il tanto annunciato Museo Egizio che l’assessore alla cultura catanese definisce "una buona intuizione di marketing". I problemi e i dubbi non sarebbero tanto legati al luogo che lo ospiterà, il collegio dei Gesuiti, nonostante il cantiere non sia ancora chiuso, ma piuttosto alla gestione della struttura.
 
"Stiamo approfondendo molti aspetti che sono stati in qualche modo messi in secondo piano dalla precedente amministrazione ma che vanno valorizzati perché il problema non è aprire il museo, ma tenerlo aperto e gestirlo. A una primissima rilevazione, sembra che poi potrebbero esserci delle difficoltà dal punto di vista gestionale. Noi vogliamo percorrere questo progetto, ma se avremo le carte in regola per poterlo poi mantenere dato che diventerà una delle nostre offerte culturali", conclude.