Fondi Ue, Pa incapace di sbloccare le somme

CATANIA – Zero spesa totale ammissibile dichiarata dai beneficiari nel capitolo Agenda Digitale. Zero per ricerca, sviluppo e innovazione. Cosa provoca, in concreto, la mancanza d’investimenti nell’innovazione tecnologica e la ricerca in tutti i suoi ambiti?
 
Lo abbiamo chiesto ad Angelo Mazzeo segretario Nazionale UGL metalmeccanici con delega alla microelettronica ed a Catania impegnato nella segreteria sindacale con delega al comparto metalmeccanico.
 
“Nella nostra realtà siciliana grandi aziende innovative, come la ST, splendono di luce propria. Mi spiego: la crescita e gli investimenti sono frutto principalmente dello sforzo delle componenti che in percentuale amministrano l’azienda. Non c’è un rapporto con la Regione, ma certamente subiamo una limitazione data dalla difficoltà riscontrata nell’attrarre fondi provenienti da Horizon 2020. Solo in questo ambito dovrebbe accadere che, proprio gli uffici della Regione, svolgano il compito di veicolare la partecipazione dell’azienda e quindi determinare in parte il successo o l’insuccesso dei progetti presentati da ST”. Francia e Germania sono gli stati che negli ultimi anni hanno ottenuto l’80% di fondi Horizon 2020 dedicati all’innovazione, ha evidenziato Mazzeo.
 
“La motivazione è semplice – ha spiegato il sindacalista – il modus operandi all’interno di quelle amministrazione è molto più snello, il personale più dinamico e preparato. In Sicilia non osserviamo un turnover all’interno degli uffici regionali da anni e sopra i 50 anni di età c’è tra i dipendenti una certa difficoltà ad utilizzare la tecnologia e in maniera più trasversale comprendere le moderne procedure legate all’attivazione dei bandi. La Sicilia non è solo ST, ma anche piccole e piccolissime realtà, spesso individualità, che con la sola propria forza cercano di scommettersi nel quarto settore.
 
“Da 5 anni seguo un expo internazionale dedicato alla microelettronica che si tiene a Monaco di Baviera. All’interno della “innovation area” giovani imprenditori, anche studenti, che hanno elaborato idee progettuali riescono ad esportare il loro sapere e monetizzarlo perché sottopongono i loro lavori ad una giuria di competenti che finanzia tre vincitori con un assegno. La semplice presenza alla fiera permette anche di ottenere visibilità che spesso è stata premiata dai comuni delle città partecipanti. Quando interessati, i sindaci di questi centri chiedono ai giovani imprenditori di applicare i progetti all’interno del proprio comune, garantendo una detassazione o uno sconto sulle concessioni. Ho cercato di esportare, senza successo, questo modello in Sicilia. In definitiva ritengo allucinante la tendenza tutta siciliana di piangerci addosso, senza renderci conto di avere davanti, grazie all’erogazione dei fondi europei, la possibilità di recuperare il terreno perduto nei confronti dell’Europa e il resto d’Italia”.