La Regione promette personale e beni strumentali alle Procure

PALERMO – “Assieme al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, miglioreremo, con un intervento nella Finanziaria, la legge regionale n. 6 del 2005 che consente il comando di personale regionale non dirigenziale negli uffici giudiziari dell’Isola. Così come rafforzeremo la dotazione di beni strumentali agli stessi in comodato gratuito. Creeremo, quindi, delle intese di programma con i rappresentanti dell’amministrazione giudiziaria siciliana per contribuire ad aiutare l’attività degli operatori”.
Lo ha affermato il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, Michele Cimino, intervenendo a Palermo all’apertura dell’anno giudiziario lo scorso sabato.
Come è noto l’inaugurazione in tutta Italia è stata accompagnata dalla protesta dei Pubblici ministeri contro la riforma della giustizia e alla luce del problema degli organici vuoti.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha sottolineato l’impegno del governo per riforme strutturali in tema di giustizia: “riforma del processo civile, del processo penale, digitalizzazione completa di tutti gli uffici giudiziari. Uno sforzo enorme, adesso dobbiamo affrontare l’emergenza carceri”.
Il ministro ha criticato poi la protesta delle toghe alle cerimonie delle Corti d’appello. “Questa protesta – ha detto – è l’avvio della campagna elettorale per il rinnovo del Csm. Non hanno un solo motivo per protestare, quindi ne accampano dieci, venti diversi”.
Il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, ha sostenuto le ragioni della protesta della magistratura nel giorno delle celebrazioni  per l’apertura dell’anno giudiziario.
“È singolare – ha detto Lumia – vedere un governo annunciare un piano di contrasto alla criminalità organizzata e poi lasciare le principali procure antimafia sguarnite di magistrati e di personale. Come è possibile fare una lotta alla mafie in questo modo, quando nella sola procura di Palermo mancano 17 magistrati? Sono tante le procure che si trovano in queste condizioni”.
“Come è possibile – ha continuato ancora il senatore Lumia – chiedere più lotta alla mafia e poi insistere con la legge che limita l’utilizzo delle intercettazioni? Come è possibile chiedere agli inquirenti di fare un salto di qualità e poi pensare di togliere di fatto la direzione delle indagini ai magistrati, ribaltando il ruolo tra i pm, oggi titolari delle indagini, e la polizia giudiziaria, che le realizza?”.