Dopo la cremazione, oggi a Messina, domani saranno sparse in quel mare di Sampieri da lui dipinto innumerevoli volte le ceneri di Piero Guccione, ricordato ieri con un’intensa cerimonia funebre civile davanti al Municipio della sua città, Scicli.
L’artista, definito da Vittorio Sgarbi "il più grande pittore degli ultimi cinquant’anni", ha ricevuto per tutta la giornata di ieri il tributo commosso di parenti, amici, conoscenti, ammiratori e anche molti turisti, nella camera ardente allestita nel Palazzo Spadaro di Scicli.
A sera, poi, in una piazza gremita, presente la figlia di Piero Guccione, Paola, il capo ufficio stampa del Comune di Scicli, Giuseppe Savà, ha aperto la cerimonia, in veste di officiante, citando le parole pronunciate da Alberto Moravia durante l’orazione funebre per Pier Paolo Pasolini: "Abbiamo perso prima di tutto un poeta".
Ha poi preso la parola il sindaco di Scicli, Enzo Giannone, spiegando come la città si fosse fermata "perché abbiamo pensato che fosse giusto così".
"È stata una giornata di lutto per tutti noi, con una grande mobilitazione popolare alla camera ardente, visitata anche da tantissime persone venute da fuori. La morte di Piero è un fatto grave e importante e noi non vogliamo che resti senza traccia".
E ha ricordato come da mesi si stia lavorando alla creazione di una fondazione dedicata a Guccione.
"Ccontinueremo in questa direzione – ha detto – e abbiamo già la serie la sede prestigiosa appena restaurata: il Chiostro del Convento del Carmine, per il quale abbiamo già anche un finanziamento dell’ex ministro Franceschini".
Giannone ha definito l’artista scomparso "l’esempio più fulgido che in questa comunità ha avuto di un uomo di cultura che, con sua azione culturale e civile, è stato capace di spendersi per la propria città e per il suo sviluppo, con una visione quasi profetica della nostra evoluzione. Era un visionario, Guccione, e sono orgoglioso del cammino che insieme a lui abbiamo fatto".
Un ricordo di Franco Sarnari, grande artista romano trasferitosi in Sicilia con Guccione dando vita al Gruppo di Scicli, è stato poi letto dalla figlia Barbara. Una lettera molto intima a Gucciore, che rievocava le mattinate trascorse a a Sampieri a guardare il mare a discutere di pittura. Un un racconto di vita quotidiana che esaltava il valore delle piccole cose.
Un altro omaggio a questo "Grande, severo, esigente, celeste pittore", quello del filosofo Giorgio Agamben, amico di Pasolini e di Guccione, è stato letto da Savà.
Agamben, che per Guccione aveva preso casa a Scicli, raccontando delle tele mostrategli nel loro ultimo incontro ha scritto: "in queste opere estreme, non cercava più di dipingere ciò che la luce gli permetteva di vedere, cercava di dipingere la luce stessa, cercava di dipingere l’impossibile. Per questo mi disse quel giorno: "aspetto il miracolo, il miracolo che mi permetta di finire questi quadri".
A chiudere gli interventi, il critico d’arte Paolo Nifosì, da sempre amico di Guccione, un pittore che, ha detto, "ha cantato e narrato la Sicilia come metafora del mondo, un artista della luce, della solarità e dell’estasi in questa terra contraddittoria, contrastata e anche esaltata".
Presente alla cerimonia anche il regista Nunzio Massimo Nifosì, autore di "Piero Guccione, verso l’infinito", delicatissimo docu-film presentato nel 2012 al Festival Internazionale del Film di Roma, dove venne premiato, al Festival del Cinema Italiano di Madrid e alla Biennale Arte Venezia.
Oggi, mercoledì, alle 13, Rai Storia manderà in onda proprio il film-documentario su Guccione.
"Un grandissimo dell’arte contemporanea – ha sottolineato Nifosì – in un film che offre l’occasione di rileggere il suo percorso artistico e umano fin da quando studiava a Comiso nell’istituto d’arte, poi il passaggio a Catania fino all’accademia di Belle Arti di Roma, con lui assistente di Guttuso. E poi l’esplosione dei riconoscimenti, la Biennale di Venezia via via fino a nostri giorni. Tutto il percorso di Guccione dagli aeroporti dalle Volkswagen fino alla natura magnifica siciliana e che lui ha sublimato".
PIERO GUCCIONE
Nasce a Scicli, in provincia di Ragusa, il 5 maggio 1935. Studia all’Istituto d’Arte di Catania e all’Accademia di Belle Arti di Roma dove si trasferisce nell’ottobre del 1954. La sua prima mostra personale ha luogo a Roma, alla Galleria Elmo, nel 1960. Dal 1961 al 1964 fa parte del gruppo "Il Pro e il Contro", con i pittori Attardi, Calabria, Ferroni, Farulli, Guerreschi, Gianquinto, Vespignani e i critici d’arte Del Guercio, Micacchi e Morosini. Questo gruppo rappresenta un punto di riferimento per la pittura espressionistica di quegli anni. Dal 1966 al 1969 è assistente di Renato Guttuso alla cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Roma. In seguito sarà titolare di cattedra all’Accademia di Belle Arti e al Liceo Artistico di Roma. Nel 1979 torna a vivere in Sicilia, in una casa di campagna tra Scicli e Modica. Partecipa alla X e alla XII edizione della Quadriennale di Roma (1972 e 1992). E’ invitato a numerose edizioni della Biennale Arte di Venezia (1966, 1972, 1978, 1982,1988, 2011). La stessa Biennale del 1988 gli dedica una sala personale nel Padiglione Italia. Nel 1985 è invitato dal Metropolitan Museum of Art di New York/The Mezzanine Gallery, per un’antologica di grafica. Sue opere figurano nella collezione permanente del Museo. Nel 1971 ha luogo la prima antologica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, presentata da Enzo Siciliano. Nel 1995 l’Assessorato alla Cultura del Comune di Conegliano (Treviso) propone per la seconda volta una sua retrospettiva, curata da Marco Goldin, "I colori del mare 1967/95". Nel 2001 Il Cigno GG Edizioni pubblica la riedizione dell’opera originale di Galileo Galilei “Discorsi intorno a due nuove scienze” con la prefazione di SS. Papa Giovanni Paolo II, illustrato da Piero Guccione. Il Palazzo Ziino di Palermo, lo stesso anno, ospita la mostra personale “Piero Guccione Opere 1962-2000”, a cura di Maurizio Calvesi. Nel 2004 la mostra curata da Tahar Ben Jelloun su Guccione e il teatro viene inaugurata al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2005 la Regione Siciliana festeggia i settant’anni dell’artista con una grande antologica, presentata da Enzo Siciliano, che si svolge tra San Pietroburgo, Monza e Modica. Nell’estate del 2008, Palazzo Reale di Milano, ospita una sua antologica curata da Vittorio Sgarbi. Nel gennaio 2009 la stessa retrospettiva è presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma sempre a cura del Sgarbi e di Maurizio Calvesi. Nel corso degli anni Guccione partecipa inoltre a numerose mostre nelle gallerie italiane ed estere. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi. Con Burri, Schifano e Perez è stato finalista al premio Artista dell’Anno, promosso da 120 critici italiani, a Napoli nel 1988. Nel 1995 è nominato Accademico di San Luca. Nel 1999 riceve dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il Premio Speciale per la Cultura.
Nel 2004, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce la Medaglia d’oro come benemerito dell’Arte e della Cultura.