L’Italia è tornata nella morsa di un maltempo partito nei giorni scorsi dal Sud, dopo l’alluvione che da venerdì scorso ha colpito una vasta area tra il Catanese, il Siracusano e l’Ennese e che ieri ha colpito ancora Piazza Armerina e la provincia di Catania con una bomba d’acqua tra Scordia e Palagonia, un nubifragio a Palermo e la città di Roma, dove l’acqua ha anche invaso una basilica storica, quella di San Sebastiano fuori le Mura.
Da oggi è previsto su tutta la penisola un brusco calo di temperature: il termometro dovrebbe scendere drasticamente fino a dieci gradi con conseguenti temporali. La Protezione Civile Regionale siciliana ha diffuso stamattina un avviso per rischio meteo-idrogeologico che segnala "precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, specie nei settori settentrionali, con rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento" che aumenteranno dal pomeriggio provocando mareggiate.
Oggi le scuole sono chiuse a Piazza Armerina, nell’Ennese, dove ieri sera un violento nubifragio si è abbattuto sulla città e un fiume d’acqua, fango, massi e detriti ha invaso diversi quartieri.
La violenza della pioggia ha fatto crollare il muro di una casa con tre persone che erano rimaste isolate nell’abitazione e che sono state salvate dai pompieri.
Cinque famiglie sono state fatte evacuare per precauzione. Diverse auto sono state travolte dalle acque. Una vettura è rimasta bloccata in un sottopasso allagato: gli occupanti sono riusciti a mettersi al sicuro. Un fulmine ha provocato un violento incendio in un capannone, con fiamme alte oltre dieci metri che hanno distrutto due mezzi.
Per tutta la notte sei squadre di Vigili del fuoco hanno lavorato per fronteggiare decine di frane e smottamenti.
L’esercito, in particolare la Brigata Aosta, continua a lavorare per riportare la normalità nei territori di Palagonia, Ramacca, Scordia e Mineo dove anche ieri l’acqua è caduta con incredibile violenza, come due giorni fa.
Una bomba d’acqua si è abbattuta nel pomeriggio su un tratto della Catania-Gela trasformando nuovamente le strade in fiumi.
Il terrore si è diffuso tra gli automobilisti quando hanno visto dei detriti staccarsi dalle colline, già rese fragili dal nubifragio dei giorni scorsi.
Hanno chiesto aiuto e quando i soccorritori sono arrivati hanno trovato quasi cinquanta centimetri d’acqua.
Intanto, nell’aeroporto catanese di Fontanarossa, a causa della forte pioggia due voli sono stati dirottati a Palermo e a Comiso, ma la situazione è tornata presto alla normalità.
La notte scorsa, poi, un nubifragio si è abbattuto su Palermo con allagamenti in numerose zone della città e alberi caduti anche per il forte vento. Numerose le squadre dei vigili del fuoco impegnate a prestare soccorsi.
Proprio a Palermo ieri sera il presidente della Regione Nello Musumeci ha presieduto una riunione sull’emergenza pioggia in Sicilia, definendo la situazione "drammatica".
Dopo un primo confronto con i dirigenti dei dipartimenti interessati, il Governo regionale ha deciso di destitare intanto sei milioni di euro alle zone colpite dall’ondata di maltempo che, in particolare nella zona della Piana di Catania, ha completamente distutto le colture con danni incalcolabili all’economia di quei territori.
"La situazione – ha detto Musumeci – è davvero difficile: migliaia di aziende, soprattutto agricole, sono in ginocchio. Occorreva dare subito un segnale concreto, ai sindaci e alla gente colpita, affinché non si sentissero soli".
"Per aiutare le aziende danneggiate – ha aggiunto – serve l’intervento urgente di Roma. Per questo, abbiamo già proclamato lo stato di calamità e chiesto al governo centrale di dichiarare l’emergenza. Se ai nostri provvedimenti aggiungiamo quelli che dovrebbero arrivare dalla Capitale, credo che avremo la possibilità di ridare un minino di serenità ai territori devastati".
Musumeci ha invitato a una riflessione sulle cause di quanto accaduto, attribuibili a un dissesto idrogeologico figlio di una scarsa attenzione delle istituzioni per la tutela del territorio.
Una condotta definita "irresponsabile" dal presidente della Regione che ha ricordato di aver istituito tre mesi fa "l’Autorità di bacino, attesa da tanti anni, per programmare e gestire gli interventi nel complesso sistema fluviale dell’Isola, del quale nessuno sembra essersi mai occupato".
Musumeci ha detto anche di aver "disposto delle indagini per possibili recenti omissioni da parte di alcuni funzionari e dirigenti dell’Amministrazione regionale".
Per quanto riguarda i fondi stanziati, in particolare, il governo regionale ha deciso che un milione di euro, dai fondi di bilancio, sia destinato agli Enti locali colpiti dalla calamità da utilizzare in lavori di somma urgenza per rimuovere le macerie e ripristinare la viabilità nelle strade di particolare interesse provinciale e comunale.
Altri cinque milioni di euro serviranno per il ripristino delle infrastrutture danneggiate. Queste ultime risorse sono prelevate dal Fondo di sviluppo e coesione, attraverso la Struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dallo stesso presidente della Regione.
Gli interventi saranno coordinati dal dipartimento regionale della Protezione civile.
"Gli enti locali – ha spiegato Musumeci – avranno sessanta giorni di tempo per presentare i progetti esecutivi, altrimenti perderanno il finanziamento: i tempi di certa burocrazia spesso non sono compatibili con le urgenze dettate dalle necessità della gente e del territorio. Un muro crollato, una strada dissestata non debbono rimanere per anni in quelle condizioni. Servono tempi certi".
"Peraltro – ha aggiunto – se gli enti locali non dovessero avere sufficiente personale tecnico in organico, potranno benissimo procedere con l’affidamento di incarichi esterni.
Questa la situazione in Sicilia, ma ieri forti piogge, grandine e vento hanno colpito anche molte zone d’Italia, compresa la Capitale, dove alcuni automobilisti sono rimasti bloccati sui tetti delle auto dopo essere riusciti a uscire dalle macchine per mettersi in salvo.
La grandine ha ricoperto l’asfalto in molte zone della città, compreso il centro storico.
Le stesse auto di servizio dei Vigili – come avvenuto nei giorni scorsi nella Piana di Catania – sono rimaste bloccate perché semisommerse dall’acqua.
Chiuse sei stazioni della metropolitana e una della ferrovia regionale Roma-Viterbo.
Sull’Appia, a San Sebastiano fuori le mura, una delle basiliche storiche della Capitale, l’acqua ha raggiunto il mezzo metro. Fino al Giubileo del 2000 ha fatto parte delle sette chiese visitate dai pellegrini.
Una tromba d’aria si è invece abbattuta su Milano.
Diversi alberi sono caduti nella periferia sud, ma disagi sono stati registrati anche nei pressi della Stazione Centrale.
A Lodi, in serata, il forte vento ha fatto crollare diversi pilastri della cattedrale vegetale, opera d’arte all’aperto costituita da rami d’albero intrecciati e realizzata dal maestro Giuliano Mauri, una delle attrazioni della città.
Danni anche a Bologna e in provincia.
Ritardi negli arrivi all’aeroporto Marconi, dove comunque sono stati garantiti tutti i voli.
Tempesta di vento e pioggia ieri anche nel Riminese, con una tromba d’aria che si è abbattuta sul circuito di Misano, dove era in corso una gara motociclistica.
A Napoli e in molte zone della Campania, l’avviso di allerta meteo arancione diffuso ieri dalla Protezione civile ha spinto molti sindaci a tenere, oggi, le scuole chiuse.