Ddl su revisori dei conti, l’Ars ricorre al voto segreto per bocciarlo

PALERMO – Stop dall’Assemblea regionale siciliana al disegno di legge sulle modifiche alla scelta dei revisori dei conti negli enti controllati e nelle partecipate che era stato presentato dal M5s.
 
Delusa la deputata Gianina Ciancio, prima firmataria: “la nostra norma avrebbe sancito definitivamente l’importanza della indipendenza dell’organo di revisione contabile rispetto alla politica, non solo negli enti locali ma anche negli enti controllati”.
 
Il gruppo parlamentare dei Cinquestelle aveva proposto una norma che prevede il sorteggio dei revisori dei conti per gli enti regionali. Un sorteggio nell’ambito di un elenco di professionisti con determinati titoli e che desse la possibilità a tutti di poter lavorare “senza appartenenza politica”. Secono i grillini si tratta di ben 300 nomine fiduciarie. “Il nostro ddl – spiega Ciancio – voleva rendere la nomina dei revisori dei conti, un fatto scientifico, obiettivo. Non un fatto discrezionale per vicinanza o affinità politica. La prassi è stata sino ad oggi proprio quella che a lavorare fossero sempre gli stessi professionisti, aficionados di alcuni politici, mentre altri lavoratori, magari più giovani, rimanessero sempre fuori dal mercato perché senza militanza politica”.
 
La norma, che sarebbe stata la prima in Italia di questa portata, è stata invece bocciata a seguito della presentazione ed approvazione di un emendamento a firma Marianna Caronia (gruppo Misto e Eleonora Lo Curto (Udc). L’emendamento chiariva la impossibilità da parte della regione di poter intervenire in tale materia. “Una presa di posizione chiara e senza appello – sottolinea Caronia – che salva gli enti controllati dalla totale paralisi cui questa legge li avrebbe costretti visto che (come acclarato da più parti, prime fra tutte la Corte dei Conti e l’Agenzia Anti-corruzione) non si può intervenire con legge regionale in questa materia, che è già regolamentata dal Codice Civile”. Caronia sollecita l’Ars ad occuparsi di ddl più urgenti.
 
“Questa vicenda – rincara la Presidente del Gruppo Misto – si è già trascinata troppo a lungo, sottraendo tempo ed energie ad altri provvedimenti normativi di cui l’Ars avrebbe potuto occuparsi in modo più utile. Se anche la proposta originaria fosse stata mossa dal nobile intento di garantire trasparenza ed imparzialità, oggi abbiamo sventato il rischio di questo corto circuito normativo che avrebbe portato soltanto alla paralisi enti ed istituti che espletano servizi essenziali ed hanno migliaia di dipendenti”.