Agrigento: arrestato Sutera, capo di Cosa nostra

Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia, ritenuto l’attuale capo di Cosa nostra dell’Agrigentino, è stato fermato dalla Polizia di Stato per associazione mafiosa.
 
Sutera, che ha 70 anni, è considerato uno degli uomini di fiducia del latitante Matteo Messina Denaro al quale è legato da un’antica amicizia e ha intrattenuto, fino a pochi anni fa, quelli che gli investigatori definiscono "comprovati contatti attraverso il sistema dei pizzini".
 
Nonostante i lunghi periodi di detenzione avrebbe continuato a gestire affari del mandamento mafioso.
 
Il fermo è stato emesso dalla Dda della Procura di Palermo, a termine di una complessa attività d’indagine supportata da numerosi servizi tecnici, ed eseguito investigatori dello Sco e della Squadra Mobile di Palermo ed Agrigento, per il timore si rendesse irreperibile
 
il 25 luglio scorso a Sutera era stata applicata la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza – con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per cinque anni – dalla seconda sezione penale, misure di prevenzione, del tribunale di Agrigento.
 
Nel provvedimento veniva definito "Persona socialmente pericolosa, in quanto ritenuto personaggio di assoluto rilievo nell’ambito di Cosa Nostra, per cui ricorrono i presupposti per applicare la misura di prevenzione personale. Invece non sussistono i presupposti per l’applicazione della misura patrimoniale della confisca dei beni".
 
Sutera, fino al suo arresto durante l’operazione "Nuova Cupola", avrebbe ricoperto la carica di capo provincia e avrebbe fatto parte della cerchia ristretta dei soggetti in contatto con il super latitante Matteo Messina Denaro.
 
Scontata la condanna e uscito dal carcere, la Dda aveva avanzato la richiesta della misura di prevenzione personale e patrimoniale. Come detto nel luglio scorso era stata accolta soltanto la prima richiesta.