Turismo poco organico, Sicilia da rilanciare

PALERMO – Manca organicità dell’offerta turistica in Sicilia. Si va avanti solo a colpi di sparute e singole iniziative, contraddistinte per territorio, come se la Sicilia non esistesse ma ci fossero tanti territori ognuno slegato dall’altro.
Il 2010 si è aperto con poche idee progettuali arrivate dalla Regione e con le solite iniziative delle istituzioni locali. C’è ad esempio il Comune di Ragusa che intende creare un distretto turistico, rispettoso delle peculiarità geografiche del territorio. Tanto che la giunta municipale ha approvato, come atto d’indirizzo, la delibera di avvio delle procedure per la creazione ed il riconoscimento dell’organismo. Nel testo che il dirigente del I Settore, Francesco Lumiera sta predisponendo, si legge che si determineranno le procedure per la creazione ed il successivo riconoscimento del distretto turistico del territorio ragusano. Seguendo le direttive che di volta in volta il sindaco impartirà provvedendo a coinvolgere tutti i primi cittadini del territorio omogeneo a quello della città di Ragusa. Saranno coinvolti anche  enti pubblici con finalità analoghe, facendo partecipare a tale progetto tutte le componenti socio-economico-culturali private che vorranno sostenere tale iniziativa volta al potenziamento del settore turistico nella città di Ragusa e nel suo territorio circostante.
Ad Agrigento, territorio che ha risentito fortemente della contrazione di presenze turistiche nell’estate scorsa, ha preso il via invece la prima edizione del progetto “Fare Turismo”. Ad annunciarlo è stato l’assessore provinciale al ramo, Carmelo Pace, che si dice “sempre più convinto dell’importanza che riveste il settore turistico nel nostro territorio sia in termini di sviluppo economico che in termini occupazionali”. “L’obiettivo del progetto – spiega – è quello di migliorare i servizi di accoglienza turistica e nello stesso tempo creare l’occasione per migliorare le professionalita’ di quanti vogliono operare in un comparto che, sicuramente, assieme ad altre iniziative, nei prossimi anni registrerà un’importante crescita”.
Secondo l’Fns, il movimento del fronte nazionale siciliano, manca una strategia siciliana per il turismo nostrano, manca un’azione politica turistica che coinvolga l’intero Popolo Siciliano, l’intera Sicilia. E, viceversa, predomina la pretesa di fare turismo cancellando o mortificando, innanzitutto, la identità siciliana.
“Si sottovaluta – scrive l’Fns – il fatto che, se opportunamente valorizzata, la forte caratterizzazione in senso siciliano della nostra offerta turistica potrebbe convogliare in Sicilia milioni e milioni di turisti in più. Non dimentichiamo, infatti, che oggi Malta ha quei 12 o 13 milioni di presenze turistiche l’anno che la mettono alla pari con le presenze turistiche della Sicilia. Ma non dimentichiamo che, fatte le dovute proporzioni, la Sicilia dovrebbe avere almeno 100 milioni di presenze turistiche l’anno. E ciò non avviene perché mentre la classe politica maltese è consapevole della propria identità, quella siciliana invece no, fatte salve le poche eccezioni.
 


Cosa dicono i numeri. La Sicilia “tiene” ma si deve e si può fare di più
 
Il settore del turismo in Sicilia sta risentendo della crisi in termini di arrivi, ma nonostante ciò, la spesa turistica domestica nella regione cala molto meno del dato nazionale e la spesa internazionale cresce del 4,3 per cento, segno che la Sicilia si caratterizza per un turismo di qualità. è il quadro tracciato dagli analisti di Banca Monte dei Paschi, che piazzano la regione del Sud al secondo posto tra le mete preferite dagli italiani, appena dopo la Toscana. La Germania è il primo mercato straniero di provenienza per capacità di spesa turistica. Tra i mercati emergenti, quello americano è quello cresciuto maggiormente nel corso degli ultimi anni (2004-2007). Palermo, Catania e Messina rappresentano circa il 55 per cento del totale imprese turistiche nella regione. Siracusa e Agrigento le province con maggior concentrazione di imprese turistiche sul totale imprese della provincia. Le prime evidenze del 2009 segnalano un incremento nella regione della vacanza naturalistica (b&b e agriturismi) in linea con il dato nazionale del +6,1 per cento. Tengono alberghi e villaggi, in calo le case in affitto.
Quindi, in mezzo al disastro di un turismo siciliano in crisi, ci sono degli spunti che potrebbero far sperare per una ripresa del motore economico. Inversione di tendenza che però avrebbe bisogno di una spinta propulsiva che, al momento, non è ancora arrivata.