Nebbia sulla Manica

Fa politica dal 1989. Cristiana evangelica, ma dal 2000 presidente di un partito chiaramente cattolico, ultima portavoce della Repubblica democratica tedesca; prima donna ad essere – e da ben 13 anni – Cancelliere della Germania, parla russo inglese francese ed italiano; dottore in fisica e scienze: Angela Merkel. Il meglio prodotto dall’Europa dopo la stagione dei “grandi” che vi furono in ogni nazione dopo la fine della secondo conflitto. Ha detto – e lo farà perché donna d’onore – che a fine mandato (2019) non correrà per il cancellierato, non si presenterà per il Bundestag, non accetterà alcuna carica nell’Ue e si ritirerà, dopo 30 anni di impegno politico, a vita privata. È “notizia”.
 
Incredule tutte le cancellerie del mondo; in Germania, ove è nata nel 1954, sospiri di sollievo dei suoi oppositori, che non l’avranno più – inossidabile com’è – davanti, ma problemi in Europa e non solo: è stata punto di riferimento, sempre chiaro – nel bene e nel male – sul quale poter contare.
 
Di fatto l’unico vero leader, non perché a capo della nazione più ricca e dinamica del continente, ma perché dotata di grande senso politico e nel gestire, pro domo sua, ovvio, ma anche pro domo Europa i rapporti con i grandi del mondo. Ed in un momento di chiara crisi per l’Unione con i populismi-sovranisti e nazionalisti alla riscossa non avere più un “leader” pone dubbi sulla sopravivenza di essa e fa temere di tornare agli Stati nazione con le loro monete e con politica estera da inventare ogni giorno, come per secoli è stato in Europa.
 
Non ha mai detto “Deutchland uber alles” ma ha fatto si che ciò fosse, mettendo all’angolo i suoi interlocutori dei quali qualcuno magari in grado di fronteggiarla, altri scimmiotanti capacità inesistenti. Ha saputo scegliere i suoi partner europei di volta in volta, ma dando a ciascuno la sensazione di esser quello per antonomasia. Non è mai caduta nel piagnisteo del perdono da chiedere per quanto la sua Nazione ebbe a fare nel passato, né ad esaltare le virtù teutoniche. Quando prese democraticamente il potere fece si che nessuno la temesse e la ostacolasse; e quando il potere è stato nelle sua mani lo ha gestito in maniera quasi perfetta.
Non ci sono altri leader in Europa, ma solo discreti presidenti di Repubbliche o primi ministri abili nel combinare guai o a far da lecchini a Cina od Usa, lontani dal comprendere la Russia verso la quale tutti – ma non lei che con Putin parla lo stesso gergo – hanno un rispettoso timore.
 
Noi messi più male possibile: il trio Sa.Di.Co. non appare capace di comprendere la situazione europea e biascica solo arroganza. In Francia un ambizioso narciso lascia i francesi a pentirsi amaramente di averlo eletto. In UK l’altra donna, sulla quale si erano accese tante speranze, si salva perché ha Londra, vera capitale finanziaria e la sua sterlina. Su 28 Stati che compongono l’Unione non ve ne è uno solo capace di assumere la guida di essa.
 
“Nebbia sulla Manica: continente non più visibile”. Parrebbe.