"Prendiamo atto con amarezza di questo giudizio della magistratura contabile che toglie al Comune ogni possibilità di evitare il default".
Lo ha detto il sindaco di Catania, Salvo Pogliese.
Ma secondo altri non tutto è ancora perduto.
"Catania va salvata a tutti i costi: chiusa la via amministrativa, rimane aperta quella politica che vede coinvolte anche le città di Napoli e Torino, con problemi simili".
Così il direttore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua ha commentato la notizia che le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno rigettato il ricorso del Comune che prevedeva l’annullamento della delibera n.153 del quattro maggio del 2018 emessa dalla sezione di controllo della stessa Corte dei Conti e che chiedeva al Comune di decretare il dissesto economico-finanziario.
"E’ il momento – ha detto Tregua – che Catania faccia quadrato per salvare la nostra economia, posti di lavoro e tante piccole aziende. Risulta intanto inspiegabile come mai il Consiglio comunale non approvi il bilancio consuntivo 2017".
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio comunale, Lanfranco Zappalà, che, nel prendere atto "cn rispetto della decisione della Corte", ha affermato: "Adesso, se realmente lo si vuole, ci sono i modi per evitare il dissesto le cui conseguenze sarebbero pagare dalla città":
"L’Amministrazione comunale – ha detto Zappalà – sottoponga all’esame del Consiglio il Piano per il riequilibrio pluriennale e lo si approvi entro il 30 novembre, utilizzando la facoltà che è stata prevista nel Decreto Milleproroghe.Il Consiglio, sono certo, valuterà con la massima attenzione e disponibilità".
Intanto i sindacati, che hanno in programma una manifestazione pubblica per il 13 novembre, hanno calcolato che il dissesto peserebbe sulle spalle di diecimila famiglie e proprio stamattina Confcommercio Catania aveva ribadito che "è veramente assai ampia la platea e l’entità dell’esposizione dei soggetti coinvolti dalle conseguenze del dissesto", chiedendo un intervento urgente del Governo nazionale, perché "ne va della tenuta economica e sociale della nostro territorio".
Con il rigetto del ricorso del Comune la via amministrativa prevede adesso che l’amministrazione guidata dal sindaco Salvo Pogliese appronti la delibera di dissesto che dovrà essere approbata dal Consiglio comunale entro i termini stabiliti dall’assessorato agli Enti locali.
"Fin dal nostro insediamento, quattro mesi fa – ha detto Pogliese – consapevoli delle enormi difficoltà ricevute in eredità, abbiamo operato con scrupolo e coscienza e un impegno totalizzante, per salvare il Comune e la città da una condizione di fallimento che mette in difficoltà i lavoratori, le imprese e i cittadini che usufruiscono dei servizi. Come fatto con la delibera del consiglio comunale sui correttivi chiesti dalla Corte dei conti ai rendiconti 2014-2015-2016, ora, questo nuovo pronunciamento dei giudici ci riconferma che la strada intrapresa è quella giusta: fare rientrare il Comune nell’alveo della legalità e delle veridicità dei documenti contabili, precondizione indispensabile per riprendere un cammino virtuoso di risanamento, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini".
A Pogliese risponde il capogruppo consiliare di "Con Bianco per Catania" Daniele Bottino, che, raccogliendo l’appello del nostro Direttore, ha affermato:"Come opposizione siamo come sempre pronti a dare una mano ma individuando correttamente le responsabilità: negli ultimi anni la situazione è stata tenuta sotto controllo. Non c’è dubbio che il disavanzo nasca sotto la gestione del centrodestra dopo il 2000".
Ricorda ancora Bottino: "Con l’amministrazione Bianco alla fine del 1999 l’ente era in saldo positivo. C’era infatti un avanzo di cassa di 3,9 milioni e un fondo di cassa di 38,1 milioni di euro. Dopo 13 anni di amministrazione del Centrodestra nel 2013 giugno, le neo eletta amministrazione Bianco trova la cassa a meno 123,6 milioni e un disavanzo negativo di 139,9 milioni di euro".
"Le cause – ha aggiunto – , oltre al taglio dei trasferimenti regionali e nazionali, i debiti derivanti dai contenziosi legali, volutamente omessi nel piano 2012, oltre alla gran massa dei debiti fuori bilancio anch’essi sottaciuti. A fine 2012 il Comune di Catania era in stato di dissesto sostanziale. La Corte dei Conti aveva già avviato la procedura per la formale dichiarazione".
Secondo i giudici contabili il buco sarebbe di circa 1,6 miliardi di euro e non ci sarebbe la sostenibilità finanziaria per gestirlo.
Il Comune di Catania, aveva rilevato la Corte dei Conti di Sicilia nel suo provvedimento, ha "pretermesso un considerevole ammontare di passività al momento della predisposizione del piano di riequilibrio e non ha operato una rappresentazione corrispondente alla realtà dell’effettiva esposizione debitoria che, a vario titolo, coinvolgeva l’ente".
Il Collegio ha ritenuto che "l’accertamento della suddetta condizione mina alla base la realizzazione del programma di risanamento ma, in ogni caso, si traduce in un sostanziale inadempimento degli obiettivi connessi alla realizzazione del piano di riequilibrio".
"La gravità degli inadempimenti rilevati – aveva osservato la Corte dei Conti – già emersi all’esito delle precedenti verifiche relative al secondo semestre 2014 e ai due semestri 2015 e confermati con la presente verifica relativa ai due semestri 2016 e al primo semestre 2017, consentono di accertare la gravità degli inadempimenti e delle irregolarità contabili e la reiterazione del sostanziale mancato perseguimento degli obiettivi prefissati dal piano di riequilibrio approvato dall’Ente".
Nel loro provvedimento i giudici avevano segnalato come dai controlli fosse emersa una "rappresentazione della situazione economico-finanziaria contraddistinta dalla sussistenza di gravi e rilevanti irregolarità contabili registrate nel corso degli ultimi esercizi finanziari, oltre che dalla sussistenza di un considerevole ammontare di passività, in gran parte sottostimate al momento dell’approvazione del piano che, in ogni caso, alla data odierna, appaiono tali da non consentire l’attuazione del programmato risanamento e che, viceversa, evidenziano un preoccupante definitivo consolidamento e, per talune di esse, addirittura un sostanziale aggravamento".