L’Università di Messina guarda già al proprio futuro

MESSINA – L’impegno del presente per disegnare il futuro. Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Università degli Studi messinese, tracciando il bilancio dei primi sei mesi di attività alla guida dell’Ateneo ha rivolto lo sguardo al futuro, sottolineando il valore della propria squadra, capace di lavorare in continuità con il percorso tracciato dal suo predecessore, Pietro Navarra.
 
In questa prima fase è stata data priorità ai servizi e ai benefici per gli studenti “che sono i nostri datori di lavoro”, ha detto Cuzzocrea, ma anche agli investimenti per rafforzare la didattica e la ricerca e ai rapporti istituzionali.
 
 
“Con la Regione – ha spiegato il rettore – abbiamo lavorato in sinergia per siglare la nuova rete ospedaliera, avviando anche un progetto triennale di rilancio del Policlinico che sarà collegato alla sanità cittadina e regionale”.
 
Riallacciati dopo vent’anni, inoltre, i rapporti con le Procure di Messina, Barcellona e Patti per i servizi di medicina legale e geologia forense. “UniMe – ha spiegato Cuzzocrea – è ‘servente’ rispetto alle esigenze di sviluppo di una città dove la vocazione universitaria deve essere considerata sempre più un valore. In tal senso, anche il rapporto di intenti con il Comune deve essere forte”.
 
Si è cercato inoltre di aumentare l’interazione con le imprese e il mondo del lavoro, ma “il tessuto economico cittadino è povero di esperienze aziendali di rilievo, quindi dobbiamo andare oltre i confini provinciali”.
 
Per il diritto allo studio anche delle fasce deboli è stata estesa la cosiddetta No tax area al reddito di 23 mila euro, mentre la soglia stabilita era di 13 mila. Sono state anche introdotte agevolazioni per studenti che intendono riprendere la carriera universitaria dopo la sospensione degli studi.
 
Sul fronte dei servizi, l’apertura serale delle biblioteche (plesso centrale ed ex Facoltà di Medicina) è stata estesa dalle ore 20 alle ore 22. C’è inoltre un finanziamento regionale di un milione e mezzo per i trasporti ed i buoni libro. È previsto poi l’arrivo di studenti uditori, ragazzi del 4° e 5° anno della scuola secondaria che potranno conoscere le opportunità che offre il mondo universitario.
 
Con il nuovo bando CasaUnime, si sosterranno gli studenti fuorisede e sarà riproposto il programma “Onore al merito”, per offrire tra le cinquanta e le sessanta borse di studio da 10 mila euro ciascuna ai neo laureati che vogliano perfezionare gli studi all’estero. Per i docenti, invece, con il bando Fabr sono stati stanziati 450 mila euro l’anno per quattro anni per la ricerca e la produzione scientifica e sono stati inoltre quadruplicati gli importi per i ricercatori a tempo indeterminato per l’attività didattica (oltre 90 ore). È stato poi adeguato il regolamento riguardante i concorsi per docenti, in base alle linee di Anac e Miur.
 
Importanti sforzi sono stati compiuti sul fronte della programmazione di assegni di ricerca e bandi per ricercatori di tipo A; contemporaneamente è stato anche avviato il reclutamento di ottanta nuove unità, tra docenti e ricercatori a tempo determinato di tipo B. Nel campo dell’internazionalizzazione, sono stati siglati 22 nuovi accordi con istituzioni straniere. L’Ateneo messinese ha poi ricevuto, dall’Agenzia nazionale Erasmus/Indire, oltre 400 mila euro per finanziare quattro progetti di mobilità internazionale da e verso paesi extra Ue. Lo scorso anno accademico il finanziamento era stato di appena 80 mila euro.
 
Cuzzocrea si è soffermato anche sulle strutture: è in via di completamento la ristrutturazione dell’ex Facoltà di Scienze e sono stati riaperti i locali del Dipartimento di Scienze veterinarie, chiusi dopo l’incendio del dicembre 2015. Recuperati, inoltre, 500 mila euro per la cittadella sportiva.
 
Cambierà infine la modalità di gestione dell’ospedale veterinario, che dal prossimo anno uscirà dal Dipartimento per aprirsi a tutti i professionisti iscritti all’Albo. “Vogliamo che i nostri studenti – ha concluso Cuzzocrea – possano assistere agli interventi chirurgici e che i proventi derivanti dall’attività assistenziale servano non soltanto al mantenimento della struttura, ma anche alla ricerca”.