Musei regionali, è l’ora di aprire ai privati

PALERMO – Secondo il documento approvato a Seul nel 2004 dall’Assemblea generale dell’Icom (International Council of Museums): “il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico, compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. Ma quale messaggio trasmettono i musei siciliani chiusi contemporaneamente a Palermo, Siracusa, Catania, Enna…? Quale messaggio si intende trasmettere relegando negli scantinati di diverse Soprintendenze siciliane antiche collezioni e reperti archeologici dal valore inestimabile?
Sono solo alcuni degli interrogativi emersi in occasione della presentazione del Dossier emergenze e ritardi nel sistema museale siciliano 2009, presentato da Legambiente Sicilia il 1 febbraio nella splendida cornice del Villino Florio a Palermo. Un’iniziativa, cui hanno partecipato Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia, Luca Baldin, segretario nazionale Icom Italia, Gaetano Armao, Assessore Regionale alle identità culturali, e Gesualdo Campo, Dirigente dell’Assessorato regionale dei Beni culturali, insieme a molti tra professionisti ed operatori del settore.
Giunta alla sua quattordicesima edizione, la campagna nazionale legambientina Salvalarte da anni accende i riflettori sui tesori d’arte negati, mortificati, spesso dimenticati dalle amministrazioni, per promuoverne il recupero e la valorizzazione, attivare processi virtuosi di sviluppo locale, attraverso nuove forme di occupazione in chiave ecocompatibile.  “Con Salva il Museo – spiega Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia – abbiamo lanciato una nuova campagna all’interno di Salvalarte Sicilia. L’obiettivo è dedicare parte consistente della nostra azione allo stato in cui versano i musei nella regione”.
Circa una ventina i siti regionali e comunali monitorati. Il Dossier 2009 si articola in due sezioni, contiene proposte per migliorare la qualità dei servizi, come l’istituzione di un Osservatorio regionale sul sistema museale e la Carta dei diritti dell’utente dei musei, sia un elenco di musei siciliani in stato di emergenza, perchè chiusi, pronti ma non ancora aperti, abbandonati o in attesa di realizzazione. Musei in agonia, musei in clausura, dunque.
“Occorre realizzare un collegamento tra mano pubblica e intervento privato – spiega il neo assessore regionale all’Identità culturali Gaetano Armao – per valorizzare il patrimonio artistico siciliano e concentrare nei musei esistenti energie e risorse umane, finanziarie e strumentali per renderlo fruibile”. Ripensare il sistema a partire dai territori, dunque, migliorare l’offerta, potenziare le professionalità, mettere a sistema le competenze. Una richiesta di sopravvivenza non rinviabile in tempi di crisi economica e di tagli all’occupazione, possibile solo se si guarda al patrimonio culturale siciliano in termini di investimento e non di spesa.