In Sicilia ancora troppo deboli i segnali di ripresa economica

PALERMO – È stata presentata martedì nella sede della Banca d’Italia in via Cavour a Palermo la pubblicazione de “L’Economia della Sicilia – Aggiornamento congiunturale, in cui sono illustrati i principali dati relativi all’andamento dell’economia siciliana nella prima parte dell’anno in corso.
Dalla relazione si rileva come in Sicilia nella prima parte dell’anno è proseguita la fase di moderata crescita dell’attività produttiva. Nel complesso i ricavi delle imprese industriali e dei servizi privati non finanziari si sono espansi, in linea con quanto osservato nell’anno precedente, e sono aumentate le esportazioni, anche al netto del comparto petrolifero; le aspettative a breve termine rimangono positive.
 
Nel primo semestre del 2018 il numero degli occupati in Sicilia è risultato in linea con il dato della prima metà dell’anno scorso, a fronte di incrementi più consistenti sia nella media nazionale sia nel Mezzogiorno (rispettivamente 1,2 e 1,6 %). Il numero di occupati è inferiore di circa 100mila unità rispetto al 2008. Come nel 2017, alla dinamica complessiva hanno contribuito positivamente i settori dell’agricoltura e dell’industria, mentre è proseguito il calo del numero degli occupati nelle costruzioni; nel terziario il numero dei lavoratori eè diminuito nei principali comparti, rispetto a una crescita nella media nazionale. L’occupazione è nuovamente aumentata per le lavoratrici mentre è rimasta pressoché stabile per gli uomini. L’incremento del numero di occupati ha interessato soprattutto i lavoratori con un titolo di studio elevato e quelli con un’età superiore ai 44 anni. è proseguita la crescita del numero di dipendenti e si è registrata un’ulteriore riduzione degli autonomi.
 
Gli incrementi occupazionali hanno interessato solo i lavoratori con contratto a tempo pieno; tra quelli in part-time la quota di chi avrebbe preferito un impiego a tempo pieno si è ridotta, pur rimanendo ancora su livelli elevati (oltre l’80 per cento; il 66,4 nel 2008). In linea con l’andamento del numero degli occupati, il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni, nella media del primo semestre del 2018, è rimasto sostanzialmente stabile su base annua (40,6 %).
 
Il tasso di disoccupazione è lievemente cresciuto, per effetto di un aumento della partecipazione al mercato del lavoro, attestandosi al 22,3%, il doppio rispetto alla media nazionale. Secondo i dati dell’Inps, nei primi nove mesi dell’anno le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni sono diminuite del 29,3 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vi ha contribuito il marcato calo degli interventi straordinari e in deroga; per la componente ordinaria si è invece registrato un aumento del 12,5 %, per effetto di una crescita delle ore soprattutto nel comparto dell’edilizia.
 
Prosegue la crescita del credito nel settore privato. L’espansione è stata ancora sostenuta dai finanziamenti alle famiglie; la contrazione dei prestiti alle imprese, in atto da oltre un quinquennio, si è attenuata fino quasi ad annullarsi. La qualità del credito erogato ha continuato a migliorare: il flusso di nuovi deteriorati in rapporto ai prestiti, che già nel 2017 era sceso rapidamente fino a un livello inferiore a quello pre-crisi, si è lievemente ridotto. I depositi bancari hanno continuato ad aumentare per effetto soprattutto dell’accumulo delle giacenze in conto corrente.
Dopo il recupero degli ultimi anni, la redditività delle aziende si è stabilizzata, mentre le disponibilità liquide sono ulteriormente aumentate; la dinamica degli investimenti è stata contenuta, con una leggera crescita nell’industria. L’andamento ciclico del settore delle costruzioni è rimasto negativo, nonostante sia proseguito l’incremento delle compravendite residenziali.
 
Nel primo semestre le esportazioni di merci sono aumentate del 15,2 %. è proseguita la tendenza positiva del settore petrolifero, che rappresenta più della metà dell’export regionale. Nel resto dei settori la crescita ha accelerato al 21,5 per cento (15,9 nel 2017); l’andamento positivo ha interessato i principali comparti di specializzazione (agroalimentare, chimico-farmaceutico ed elettronica) e ha beneficiato anche dei risultati del settore dei mezzi di trasporto, in particolare navali. Le vendite verso i mercati dell’Unione europea sono aumentate a un ritmo più sostenuto rispetto a quelle destinate ai paesi extra-Ue, soprattutto per la componente non-oil.
 
 
 
Nel 2018 la spesa per investimenti dovrebbe risultare in leggero aumento: le aziende che hanno partecipato al sondaggio della Banca d’Italia hanno confermato, nel complesso, i piani di investimento formulati a inizio anno, che prefiguravano un’espansione della spesa rispetto all’anno precedente.
Per il 2019, i due terzi delle imprese prevedono investimenti stabili rispetto al 2018, mentre tra le rimanenti le aspettative di aumento prevalgono su quelle di riduzione.